Argomento:

UNITI PER ROMA CITTA' BENE COMUNE -manifestazione cittadina del 19 febbraio 2011-

IN DIECIMILA, FORSE DI PIU', HANNO MANIFESTATO A ROMA CONTRO GLI STATI GENERALI DI ALEMANNO

Roma -

Una grande manifestazione cittadina si è tenuta a Roma sabato 19 contro la effimera vetrina di Alemanno per preparare l'assedio agli Stati Generali previsti per martedì 22 e mercoledì 23 febbraio nella zona dell'Eur a Roma.

Migliaia e migliaia di cittadini/e romani, lavoratori/trici, precari/e, la Roma meticcia, hanno sfilato per le vie del centro fino a raggiungere la piazza del Campidoglio dove si è tenuta una grande assemblea a conclusione della giornata.

Questo importante appuntamento è passato sotto il silenzio - pressoché unanime - di tutti i mezzi di 'informazione' e chi come La Repubblica on-line ne ha dato notizia, ha sfacciatamente riportato cifre ('alcune centinaia') ridicole per quanto riguarda il numero dei partecipanti, che invece è stato uno dei fatti più significativi della giornata di sabato.

Alemanno sta costruendo un'idea di città finalizzata a soddisfare gli interessi dei soliti costruttori e imprenditori, così come hanno fatto le Giunte precedenti.

Ieri abbiamo visto in piazza la Roma che subisce la crisi, la precarietà del lavoro e dell'abitare, chi sta subendo gli sfratti, gli aumenti degli affitti e le dismissioni speculative degli alloggi e delle caserme, quella Roma che vuole battersi per un'altra idea di città, quella dei diritti, alla casa, al reddito, ai servizi, alla salute, alla cultura.

Dalla piazza del Campidoglio è stata lanciata una sfida agli Stati Generali di Alemanno.

 

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Voci dal corteo. Video

Tutto il corteo

Un lavoratore dell'ATAC

Un lavoratore della COOP

Una educatrice delle scuole dell'infanzia comunali

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A tre anni di distanza dall’insediamento di Alemanno sullo scranno più alto del campidoglio non c’è traccia dei cambiamenti da lui con tanta veemenza annunciati in campagna elettorale.

Dopo tre anni di governo della Giunta Alemanno, le condizioni di invivibilità dei lavoratori e dei cittadini romani appaiono evidenti e sono destinate a peggiorare.
Per ripianare il deficit comunale, dovuto ad una scellerata gestione clientelare e affaristica, sono previsti tagli, dismissioni e privatizzazioni dei più importanti servizi pubblici della città: l’ennesima svendita dei beni comuni a carico della cittadinanza.
Privatizzazione dei servizi e gestione dei privati per i lavoratori delle aziende equivalgono a rischio occupazionale e peggioramento delle condizioni di lavoro, che a loro volta si traducono in aumento delle tariffe, riduzione del servizio, soprattutto nelle periferie, rischio ambientale per tutta la cittadinanza.
I tagli pesanti già annunciati alla cultura, alla scuola, alle politiche sociali, dopo quelli regionali effettuati sul servizio sanitario, se mettono a rischio il destino di precari e lavoratori dei settori interessati, riguardano anche le risorse destinate ai nidi e alle scuole dell’infanzia, all’assistenza sociale e socio-sanitaria, agli spazi e alle iniziative culturali.
Come il Governo Nazionale anche le istituzioni locali hanno deciso di far pagare la crisi economica ai lavoratori e ai cittadini, favorendo gli interessi finanziari ed imprenditoriali, accelerando lo smantellamento dello stato sociale, precarizzando sempre più il lavoro, attaccando diritti e reddito.
Per questo l’USB insieme ai movimenti uniti contro la crisi prosegue la mobilitazione, già iniziata lo scorso 25 novembre alla Regione Lazio, contro le politiche della Giunta Alemanno e sarà in piazza con i/le lavoratori/trici dell’ATAC, dell’AMA, dell’ACEA, dell’ITALGAS e delle aziende interessate dalle dismissioni e privatizzazioni, i/le lavoratori/trici e i/le precari/rie dei nidi, delle scuole dell’infanzia, del Comune di Roma, del Teatro dell’Opera, delle cooperative sociali, i cassaintegrati, i disoccupati.
Per porre le fondamenta della Roma che serve e che vogliamo, insieme ai movimenti per il diritto all’abitare, per la difesa dei beni comuni, ai migranti, agli studenti, contro la passerella mediatica degli “Stati Generali di Alemanno” che aprono la strada alle politiche dei tagli e delle privatizzazioni.

Per difendere l’occupazione, il salario, i diritti, i beni comuni, il territorio, la dignità

MANIFESTAZIONE 19 FEBBRAIO DA P.ZA VITTORIO AL CAMPIDOGLIO

VERSO LO SCIOPERO GENERALE DELL’11 MARZO




20 febbraio 2010 - Il Manifesto

SALUTI ROMANI
L'assedio alla città che vuole Alemanno
La capitale della crisi contro quella degli eventi-vetrina:
diecimila in piazza contro gli «stati generali» del sindaco

ROMA - È terminata con una grande assemblea per organizzare l'assedio agli Stati Generali di Alemanno & co. la manifestazione contro la Roma Capitale della crisi, della precarietà e del cemento.
Sono da poco passate le 15 quando un grande fiume di persone (oltre diecimila secondo gli organizzatori) si muove da Piazza Vittorio, cuore della Roma meticcia. Movimenti, realtà sociali, partiti della sinistra, sindacati di base per denunciare come la Roma che si appresta «a essere messa in vetrina negli Stati Generali, in vendita al miglior offerente, è una città ormai cupa senza presente e senza futuro» spiega Paolo Di Vetta di Asia Usb in rappresentanza del cartello "Roma bene comune" che ha indetto la giornata di mobilitazione. Ad aprire il corteo una delegazione di rom per manifestare insieme alla "Roma dal basso" «la nostra contrarietà al piano nomadi e alle politiche fatte di promesse non mantenute», denuncia Bayram del Comitato Ex Casilino 900. «Siamo scesi in piazza oggi per rivendicare, insieme a italiani e migranti» afferma Sandica, una mamma rom che vive da oltre un anno nella fabbrica occupata Metropoliz «il nostro diritto ad abitare in casa degne di portare questo nome e non in container lontani dalla città o in campi abusivi perennemente sotto sgombero».
Così mentre Alemanno si appresta a mettere in vetrina la città pubblicizzando grandi eventi e progetti devastanti, anche i cittadini di Tor Bella Monaca hanno fatto sentire la propria voce contro un masterplan «che non tiene in considerazione i bisogni reali della cittadinanza» denuncia Barbara del coordinamento VIII Municipio «ma che preferisce radere al suolo un quartiere per poi ricostruirlo, facendo un grande regalo ai costruttori, piuttosto che riqualificarlo con manutenzione e servizi molto meno costosi per le casse pubbliche».
Mentre ci si avvicina al Campidoglio la partecipazione alla "giornata di rabbia" continua ad aumentare. Ci sono i lavoratori dell'Usb delle aziende municipali (Atac, Ama, Acea) sotto l'occhio della magistratura per le assunzioni facili. C'è molta "acqua pubblica", molta rabbia precaria che si manifesta sotto il simbolo di S.p.q.r., Sono precari questi romani, e c'è anche tanta sinistra (Sel, Fds e Sinistra Critica). Così, oltre ad essere grande tappa d'avvicinamento all'assedio generale di mercoledì 23 febbraio - quando Berlusconi in persona benedirà il Comitato di Roma 2020 - la manifestazione di ieri «si inserisce, per contenuti e rivendicazioni, nel percorso che l'11 marzo ci porterà allo sciopero generale indetto dai sindacati di base» spiega Pierpaolo Leonardi dell'esecutivo dell'Usb.
Per superare piazza Venezia e arrivare in Campidoglio dobbiamo attendere che le forze dell'ordine spostino i blindati messi a protezione del centro della città. Un'immagine che ricorda il 14 dicembre, il giorno dei roghi dopo il voto sulla fiducia al governo. Un'immagine che potremmo rivedere l'11 marzo «visto che, ad oggi - sottolinea Leonardi - non ci è ancora stato autorizzato, per motivi di "sicurezza", il percorso del corteo». Roma ancora una volta blindata, quindi. «Ed è così, blindati a protezione del palazzo, che ci aspettiamo di trovare il centro Congressi dell'Eur il 23 febbraio - spiega Luca Fagiano dei movimenti di lotta per l'abitare - d'altra parte la rabbia precaria fa paura a chi sta facendo di tutto per mostrare una Roma che non esiste». Una Roma dove nemmeno i presidenti di Municipio posso apparire al cospetto dei poteri forti: «Non siamo stati invitati alla vetrina - conferma Sandro Medici (Sel), presidente del X Municipio - così staremo fuori, tra la gente, sicuramente più a nostro agio, cercando di spiegare agli occhi della stampa "non di regime" quale è la vera Roma: una città in piena crisi economica e sociale». Per questo, come ci spiega Fabio Alberti, portavoce della Fds di Roma, «l'obiettivo del 23 febbraio dovrà essere quello di infrangere la vetrina di Alemanno e mostrare a tutti quello che si è palesato in questa piazza: una "città bene comune", alternativa a quella dei Caltagirone». Una città dove non c'è posto per il malessere sociale che è invece l'elemento centrale della Roma di Alemanno: «Siamo stufi del malaffare - queste le parole con cui si è aperta l'assemblea cittadina in Campidoglio a fine corteo - e delle consorterie, del nepotismo, delle declamazioni senza costrutto, di un'idea di città disegnata sugli interessi e gli affari di qualcuno». E allora, se la Roma di Alemanno è la Roma «della svendita del patrimonio pubblico, dei grandi eventi, dei mega progetti», Alemanno sindaco di questa Roma altro non è che un godzilla verde che si erge dal Colosseo a fauci spalancate. Per due ore, ieri, è stata questa l'immagine che ha colorato la scalinata che sovrasta la piazza del Campidoglio.


20 febbraio 2010 - Liberazione

Migliaia alla manifestazione contro gli Stati generali del sindaco Alemanno
«Roma bene comune» I rom aprono il corteo
di Daniele Nalbone

Roma - Mentre Alemanno si appresta nella vetrina degli Stati Generali in programma martedì e mercoledì a presentare a costruttori e imprenditori la Roma dei grandi eventi e delle grandi opere, la Roma della crisi, della precarietà, del cemento ha ieri riempito il centro della città per una grande manifestazione di rabbia. Rabbia trasformata, per qualche ora, in allegria. Rabbia che, da ieri e fino ad arrivare all'assedio degli Stati Generali previsto per mercoledì 23 quando sarà presentato al cospetto di Berlusconi, Tremonti, Marcegaglia, il comitato Olimpico per Roma 2020 (probabilmente guidato da Montezemolo), si è trasformata in energia. Ed è con energia che, ieri, decine di rom "ospitati" dal Comune nei campi nomadi hanno denunciato alla città le condizioni in cui sono costretti a vivere.
Sono loro ad aprire il corteo, nel ricordo di Patrizia, Sebastian, Raul e Fernando, i quattro bambini rom morti nel rogo della loro baracca, ma non solo. «Siamo qui in piazza e saremo anche noi ad assediare gli Stati Generali di Alemanno - ci spiega Bayram, rom kosovaro portavoce del comitato Ex Casilino 900 - perché vogliamo vivere, e non morire, in questa città. Perché vogliamo vivere in una casa e non morire in una baracca "abusiva" o in un container "legale". Siamo qui perché siamo stanchi delle promesse di sindaco e prefetto, di chi fa dell'emergenza un business, di chi sui rom continua a speculare». Parole forti, soprattutto perché pronunciate da chi era portavoce del Coordinamento rom di Roma, carica lasciata qualche giorno prima della tragedia di Tor Fiscale in polemica con le false promesse delle autorità cittadine. Vedere i rom alzare la testa, vedere i rom autorganizzarsi in percorsi di lotta (come nel caso del Metropoliz, la fabbrica di via Prenestina occupata, esempio della "Roma meticcia"), vedere i rom entrare a far parte del cartello "di movimento" Roma bene comune è qualcosa che, da solo, basterebbe per far capire l'importanza della giornata di ieri.
Una giornata iniziata molto presto, in mattinata, con l'occupazione ribattezzata "Puzzle" degli ex uffici del IV Municipio in via Monte Meta, nel quartiere Montesacro. Protagonisti dell'azione di riappropriazione studenti e attivisti di Horus Project. Ci si è avvicinati così alla manifestazione pomeridiana. Sono da poco passate le 15 quando la folla di persone, tra le dieci e le quindicimila, si muove da piazza Vittorio, cuore della Roma meticcia, dietro lo striscione "Roma bene comune". Rom in apertura, come detto. Quindi movimenti di lotta per l'abitare, per l'acqua pubblica, per l'uso pubblico delle caserme in dismissione, sindacati di base, un grande spezzone di Rifondazione Comunista, Sinistra Critica, qualche bandiera ma diversi esponenti politici di Sinistra ecologia e libertà. Significativa, vista l'attualità, la presenza dei lavoratori delle aziende ex municipalizzate del Comune di Roma: Acea (acque ed elettricità), Atac (trasporti), Ama (rifiuti). Sono queste le società al centro di "parentopoli" (e di quella che qualcuno chiama "fascistopoli"). Sono queste le aziende in cui si sta indagando per migliaia di assunzioni anomale. Sono queste le aziende che si vuole privatizzare, con cui l'amministrazione comunale vuole far cassa. E se dentro Acea il costruttore Caltagirone è ormai arrivato al 15% di partecipazione, dentro Ama e Atac sono le assunzioni facili a tener banco. «Sono questi lavoratori» sottolinea Pierpaolo Leonardi dell'esecutivo dell'Usb «la prova che questa manifestazione cittadina è inevitabilmente parte integrante del percorso che ci porterà, insieme agli altri sindacati di base (Cobas, Usi, Snater, ndr) allo sciopero generale dell'11 marzo: in fondo, precarietà, crisi, speculazione, le parole d'ordine a livello nazionale o locale, sono le medesime».
Intanto il corteo, attraversando le vie turistiche di Roma, si avvicina al Campidoglio dove è in programma, a fine manifestazione, una grande assemblea cittadina per organizzare l'assedio agli Stati Generali di Alemanno, «per infrangere - spiega Paolo Di Vetta di Asia Usb - la vetrina con cui il sindaco presenterà Roma a costruttori e imprenditori». E se i movimenti di lotta per l'abitare sfilano in difesa dell'uso pubblico delle caserme o per avvertire, come fa Action diritti, il sindaco Alemanno che «basta chiacchiere!», il coordinamento dell'ottavo Municipio è in piazza «per difendere Tor Bella Monaca dalla speculazione rappresentata dal mega-progetto di abbattimento e ricostruzione di un intero quartiere».
Sarà questo uno dei fiori all'occhiello degli Stati Generali di Roma. «Stati Generali ai quali noi presidenti di Municipio non siamo nemmeno stati invitati» ci spiega Sandro Medici, presidente del X «in quanto avremmo dovuto parlare di una Roma buia, cupa, in cui servizi, cultura, spazi partecipativi sono ormai inesistenti e in cui l'emergenza è l'unico modello di governo possibile per un'amministrazione incompetente». Ma in fondo, come sottolinea Fabio Alberti, portavoce romano della Federazione della Sinistra, «quelli non sono gli Stati generali di Roma, tanto meno di Alemanno. Sono gli Stati Generali di Caltagirone, di Della Valle, di Montezemolo, della Marcegaglia. Sono una vetrina fatta di nulla. Una vetrina da infrangere». Ovviamente, dal basso.


20 febbraio 2010 - La Repubblica

La protesta
Corteo contro gli Stati Generali
Gli organizzatori: "Siamo 15mila"

Roma - Corteo in Campidoglio contro gli Stati Generali della città. Alla protesta hanno aderito oltre mille persone, 15mila secondo gli organizzatori, fra Usb-Cobas e comitati per la casa, e uno striscione con l´immagine di Alemanno-Gozzilla è stata calata dal balcone di Palazzo senatorio. «Sarà la nostra piazza Tahrir - hanno detto i manifestanti sotto il Marco Aurelio - non permetteremo al sindaco di distruggere la città». Tanti gli interventi, dal comitato di Tor Bella Monaca («Alemanno vuole distruggere il verde») a Giuseppe Saltanovich, rom del campo di Salone: «Le promesse sul destino degli sgomberati del Casilino 900 sono state tutte disattese»...


19 febbraio 2010 - Ansa

STATI GENERALI: CORTEO 'CONTRO',
OGGI NOSTRA PIAZZA TAHRIR IN PIAZZA CAMPIDOGLIO
USB-COBAS,COMITATI CASA:'NO A SACCO ROMA'
di Paola Lomele

(ANSA) - ROMA, 19 FEB - «Oggi inizia la nostra piazza Tahrir». Lo affermano in piazza del Campidoglio, i manifestanti che oggi hanno sfilato nel corteo «contro gli stati generali di Alemanno». «Il messaggio che vogliamo mandare ad Alemanno - dice al megafono uno degli organizzatori della manifestazione, Luca Fagiano (coordinamento di lotta per la casa) - è che questa Roma non si fa piegare e si ribella al saccheggio che sta preparando. Mentre lui sta costruendo questi stati generali dentro palazzi chiusi, in piazza la gente si ribella, contro l'acqua sempre più privatizzata, l'assenza di asili nido, il razzismo contro i rom e l'aumento dei biglietti dell'autobus. Mercoledì noi vogliamo entrare al Palazzo dei Congressi - prosegue - perchè la città siamo noi. E se non potremo entrare faremo la festa al suo salotto». Durante l'assemblea all'aperto che si è svolta a piazza del Campidoglio sono intervenuti anche un sindacalista dell'Usb, dei Cobas e una giovane abitante di Tor Bella Monaca che ha aggiunto: «agli annunci di Alemanno non ci crediamo e siamo venuti qui per dire 'no al masterplan' ». Il consigliere provinciale di Sinistra, Ecologia e Libertà Gianluca Peciola ha invece ricordato: «il sindaco aveva promesso 100 mila posti di lavoro in due anni, migliaia di case popolari e invece di rilancio occupazionale non c'è traccia e le case popolari sono solo 200». E sono stati 15 mila, secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo 'contro gli Stati generali di Alemannò. «A Roma ci sono tantissimi sfratti, tantissime case vuote - grida dal megafono alla testa del corteo nel pomeriggio uno dei portavoce del movimento Action, Bartolo Mancuso -. Noi siamo di un'altra idea: che i palazzi vuoti ce li andiamo a prendere. Siamo stufi delle promesse: vogliamo fatti, diritti e libert…». Un altro attivista dei movimenti di lotta per la casa, Paolo Divetta, ha annunciato: «Lunedì alle 15 incontreremo il sindaco Alemanno sull'emergenza casa. Dall'esito dell'incontro dipenderanno anche le mobilitazioni che metteremo in atto in occasione degli Stati generali di Roma, convocati per il 22 e 23 febbraio. L'idea Š di incontrarci alle 9 del mattino del 23 alla fermata Eur Fermi e di andare in corteo fino al Palazzo dei Congressi».


19 febbraio 2010 - Repubblica.it

LA PROTESTA
Movimenti in corteo al Campidoglio "Contro gli Stati generali di Alemanno"
Manifestazione di sindacati di base, attivisti e Rom per chiedere casa e lavoro. Al sindaco: "per le Olimpiadi sta disegnando una vetrina lontana dalla realtà"

Roma - E' partito da Piazza Vittorio Emanuele a Roma il corteo "contro gli stati generali di Alemanno". Dietro lo striscione 'Roma bene comune', centinaia di manifestanti si sono avviati alla volta del Campidoglio. Tante le bandiere che sventolano tra i manifestanti: tra le altre, quelle dell'Usb, dei Cobas, di Sel e di Rifondazione comunista. Aderiscono alla protesta anche Action, con lo striscione "Basta chiacchiere", e altri movimenti per la casa. 'Assediamo gli stati generali di Alemanno' si legge su uno striscione affisso ad un furgone di studenti; 'Queste le promesse di Alemanno: casa e lavoro. Noi non siamo nomadi, siamo Rom' si legge su un altro firmato da 'il comitato ex Casilino 900', in corteo insieme al "Comitato Tor Bella Monaca-No masterplan". "Manifestiamo in vista degli stati generali di Roma - spiega uno degli organizzatori del corteo, Paolo Di Vetta, dei Movimenti di lotta per la casa della capitale - perché Alemanno per le Olimpiadi sta disegnando una vetrina lontana dalla realtà. Una realtà fatta di precarietà, senzatetto e persone che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. La sua è una politica totalmente vuota e insufficiente". "Dopo tre anni - ha detto Luigi Nieri, capogruppo di Sel alla Pisana- a Roma si vive peggio, soprattutto in periferia, ed il bilancio è fallimentare. Si va avanti per spot e manca un welfare cittadino". Secondo l'ex assessore regionale "di fronte al fallimento di Alemanno sta crescendo un movimento di opposizione forte che chiede le sue dimissioni, anche alla luce di scandali ed incidenti, ultimo dei quali quello che ha coinvolto l'ad di ama, franco panzironi. Il bilancio della sua avventura è completamente fallimentare, con una stagione di annunci a partire da quelli per Tor Bella Monaca fino al Gp di Formula 1. Il cavallo di battaglia del sindaco era la sicurezza, ma oggi in alcune aree di disagio succedono fatti che non erano mai successi prima a Roma, che era una città tollerante ed aperta". Il corteo arriverà in piazza del Campidoglio dopo aver attraversato via dei Fori Imperiali. Una nuova manifestazione è prevista per martedì all'Eur, proprio nei pressi del Palazzo dei Congressi dove si svolgeranno gli Stati generali. Lo ricorda Fabio Alberti, della Federazione della sinistra: "Gli Stati generali sanciscono l'alleanza tra alemanno ed i poteri forti. La città in realtà la governa Caltagirone. Per questo speriamo che da oggi nasca un'alleanza per cacciare sia Alemanno e Caltagirone e per questo martedì cercheremo di avvicinarci a Palazzo per rovinare una vetrina fatta di nulla".


19 febbraio 2010 - Liberazione

Oggi la protesta contro l'evento.
Una contestazione pacifica per chiedere le dimissioni del sindaco
In difesa di Roma bene comune «Rivoltiamo gli Stati Generali»
di Daniele Nalbone

Roma - Conquistiamo un'altra città: Roma bene comune. Con questo slogan partirà oggi pomeriggio da piazza Vittorio (ore 15), obiettivo il Campidoglio, la manifestazione cittadina per dire «no» ad Alemanno, sindaco di Roma Capitale «della crisi, della precarietà e del cemento». Sarà questo il primo passo per il percorso "di movimento" verso gli Stati generali della città convocati dal sindaco per il 22 e il 23 febbraio al Palazzo dei Congressi dell'Eur. «Partiremo da Piazza Vittorio, simbolo della Roma meticcia» ci spiega Paolo Di Vetta di Asia Usb a nome del cartello unitario "Roma bene comune" che ha indetto la manifestazione «e apriremo il corteo con il ricordo di Raul, Patrizia, Sebastian e Fernando, i quattro bambini rom morti nel rogo della loro baracca, quattro bambini vittime di una condizione abitativa negata a loro come a decine di migliaia di persone che vivono nella capitale». Quindi il corteo attraverserà il centro di Roma per terminare sulla piazza del Campidoglio «per definire insieme a tutte le realtà presenti» continua Di Vetta «le caratteristiche dell'assedio di mercoledì 23 agli Stati Generali» quando, al cospetto di Gianni Letta, Giulio Tremonti, Emma Marcegaglia e Silvio Berlusconi verrà presentata la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020. E se bisognerà aspettare quel giorno per scoprire chi sarà il presidente del Comitato olimpico, tra poche ore capiremo, osservando la composizione della piazza che si annuncia molto ampia (dalla Federazione della Sinistra a Sel, dall'Usb ai Cobas, dalle associazioni ambientaliste ai comitati territoriali), quale sarà il fronte che nelle prossime settimane continuerà a lavorare al percorso di Roma bene comune. Un percorso consacrato nell'assemblea dello scorso 8 febbraio all'ex Cinema Volturno e che, fino ad oggi, ha prodotto decine di iniziative con al centro il tema della gestione della città dal punto di vista sociale, culturale, urbanistico, lavorativo, ambientale. Dal personale degli asili nido agli operatori del sociale fino ai lavoratori delle aziende municipalizzate centro di "parentopoli", da Atac (Trasporti) ad Acea (Acqua e elettricità). Tra queste, Ama, società per la gestione dei rifiuti. Notizia di ieri: cinque persone, tra le quali l'ad Franco Panzironi, sono state iscritte nel registro degli indagati delle procura di Roma per abuso d'ufficio in relazione a circa 850 assunzioni per chiamata diretta dietro «colloquio confermativo» anziché sulla base di esami dei candidati. «Il desiderio di infrangere la vetrina degli Stati generali» conferma Luca Fagiano dei Movimenti uniti contro la crisi «nasce dentro questo malessere sociale: siamo stufi del malaffare, delle consorterie, del nepotismo, ma anche di una idea di città disegnata sugli interessi e gli affari di qualcuno, della svendita del patrimonio pubblico a partire dalle caserme, di eventi come le Olimpiadi, di mega progetti come l'abbattimento e ricostruzione di Tor Bella Monaca». Non è un caso che verso la manifestazione odierna l'ultimo momento di partecipazione e costruzione di Roma bene comune sia stata una grande assemblea, ieri pomeriggio, all'interno della (ex) caserma occupata di via del Porto Fluviale dove si è sancita la nascita del Comitato cittadino per l'uso pubblico delle caserme. Ma in piazza, oggi, oltre ai movimenti e ai comitati ci saranno anche i sindacati di base che stanno preparando lo sciopero generale indetto per l'11 marzo. Chiari i motivi: «dopo tre anni di governo della Giunta Alemanno» ci spiega Teresa Pascucci dell'Usb Roma e Lazio «le condizioni di invivibilità dei lavoratori e dei cittadini romani appaiono evidenti e sono destinate a peggiorare a causa dei continui tagli, delle dismissioni, delle privatizzazioni dei servizi pubblici». Ovviamente, "per Roma bene comune" non mancheranno le forze politiche della sinistra che saranno in piazza, come ci ha spiegato Fabio Nobile, consigliere regionale del Lazio della Federazione della Sinistra, «perché gli Stati generali di Alemanno non saranno gli Stati generali di Roma ma dei poteri forti. Saranno la vetrina in cui il sindaco consegnerà la città ai costruttori, agli imprenditori, ai fautori dei grandi eventi. Saranno la vetrina per una città progettata dall'alto, lontana da chi, invece, sta soffrendo la crisi economica». In fondo, saranno gli Stati generali della Roma «capitale della crisi, della precarietà e del cemento», come recita il manifesto di convocazione del corteo di oggi pomeriggio. Manifesto in cui un Alemanno-godzilla, verde e gigante, fuoriesce con le fauci spalancate dal Colosseo ormai in fiamme.