Acea: restyling o dichiarazione d'intenti? Usb condanna la continua privatizzazione e il silenzio complice del campidoglio

Roma -

Ormai siamo abituati a vedere in vari settori le operazioni di marketing che intervengono solo sull'immagine, rinnovando magari il logo, al solo scopo di rilanciare un prodotto senza cambiarlo. Ma quello che sta avvenendo in Acea invece è un'operazione del tutto diversa. La loro decisione di sostituire proprio in questo momento storico il logo, ci dice che è in corso un cambiamento profondo.

Con l'attuale CdA l'Acea ha cambiato passo, ma non tutto il nuovo è meglio, soprattutto se implica una pericolosa inversione privatistica, e soprattutto se oggetto di questo processo privatistico è il comparto energetico.

Come USB crediamo che l'accelerata di questa tendenza, derivante dall'imminente Giubileo e dagli attesi fondi del PNRR, rischi di impoverire ancora di più la cittadinanza accentrando quelle entrate in operazioni finanziarie e investimenti che verranno capitalizzati altrove, in altre tasche, e non riconsegnati in alcun modo né ai lavoratori né ai residenti di Roma.

Sembrerebbe quindi che non sia un caso il cambio del logo, e soprattutto la rimozione della scritta “Azienda Comunale Energia e Ambiente”, ma anzi a nostro avviso, questo cambiamento svela il vero intento di concretizzare lo sradicamento del legame con il Comune di Roma.

In realtà sappiamo bene che il Comune di Roma resta a tutt'oggi socio maggioritario, eppure preferisce defilarsi invece che scongiurare questa escalation che avrà come primo segno evidente proprio una nuova insegna: un simbolo della volontà di affossare una volta per tutte il collegamento tra l'azienda e la città, scollando in via definitiva gli interessi della cittadinanza dagli interessi dei soci.

E sembrerebbe che gli interessi dei soci siano tutti indirizzati a far profitto a qualunque costo, tanto che i rumors alludono addirittura a progetti di modifica della destinazione d'uso di alcuni locali della sede centrale, che sembrerebbe verranno adibiti -tra gli altri- addirittura a “convitto” per il Giubileo, con aree ristoro a pagamento per i pellegrini servite da Eataly. Pur non volendo dare adito alle voci di corridoio che parlano di “volontà superiori” che starebbero determinando questi cambiamenti, noi non possiamo non sottolineare le enormi contraddizioni che stanno prendendo forma.

L'ACEA cambia veste, diventa Utility, si reinventa talmente tanto da perdere la propria identità, la propria natura, fatta anche dai cittadini che si recavano agli sportelli come pure dai lavoratori che oggi sono costretti a lavorare in ampi open space “pollaio” senza distinzione di mansioni, ruoli, etc.

Nonostante tali evidenze siamo il solo sindacato che se ne sta preoccupando, perché le altre organizzazioni -tradizionalmente vicine all'azienda- non solo non fanno resistenza ma siglano accordi che scontentano i lavoratori e legittimano l'arroganza datoriale.

In questi mesi è stata realizzata anche una ridefinizione organizzativa, dividendo la società per aree tematiche, dividendo i lavoratori, forse con la speranza di indebolirli.

Ma i lavoratori sono più uniti che mai, anche al di là delle sigle sindacali: ne danno prova gli oltre 750 lavoratori e lavoratrici che hanno sottoscritto la raccolta firma promossa dalla nostra Rappresentanza sindacale in Azienda per rafforzare l'impiego dello smart working e che denuncia anche l’uso ricattatorio che attualmente si fa di questo strumento di lavoro.

Ma in Azienda tira una brutta aria se gli altri sindacati invece di ascoltare i propri iscritti si accaniscono contro la nostra raccolta firme, se poi sarebbero pronti a firmare invece un accordo sottobanco che vincola il consenso allo smart working alla totale discrezionalità del manager.

E mentre la macchina del fango di quei paladini dell'incoerenza procede contro di noi, l'Azienda altrettanto a grandi falcate persegue i suoi obiettivi. E sappiamo che puntano dritti all'Inceneritore, anche se la prospettiva che i lavori inizino nei primi mesi del 2025 è poco credibile...

Come USB non ci facciamo intimidire da nessuno e continueremo il nostro lavoro sempre e solo perseguendo la tutela dei lavoratori all’interno del gruppo Acea e all’esterno per i cittadini romani.