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San Giacomo, l’annullamento della chiusura dà ragione alle lotte di USB. Ora riapritelo e assumete dalle graduatorie

Roma -

Nella sentenza del Consiglio di Stato che di fatto annulla la delibera di chiusura dell’ospedale San Giacomo emessa dalla Regione Lazio a firma dell’allora presidente Piero Marrazzo nel 2008, c’è molto di più di un mero vincolo testamentario del 1500, cioè la donazione da parte del cardinale Salviati alla collettività con il vincolo di farci un ospedale.

C’è dentro tutto quello che USB rivendica e denuncia da anni. La sanità è un diritto primario e come tale  “…non si può ritenere che possa legittimare lo smantellamento di un servizio pubblico ospedaliero in conseguenza della mera rilevata “inefficienza” di gestione e senza alcuna preventiva analisi ed adeguata motivazione in ordine alle cause e responsabilità dell’inefficienza, all’esame e ponderazione di eventuali strategie di superamento della crisi gestionale, alla valutazione dell’interesse pubblico e degli interessi degli assistiti nel territorio….” . Così si esprime il Consiglio di Stato, una presa di posizione storica che mette anche in discussione il ruolo delle Regioni in funzione dell’autonomia del Servizio Sanitario, svincolandolo dalla priorità del contenimento della spesa e mettendo al primo posto di valutazione del servizio, “il diritto degli assistiti alla fruizione di prestazioni sanitarie adeguate, l'efficienza delle strutture pubbliche…”.

Mette quindi in discussione la gestione fallimentare della Sanità della Regione Lazio ma anche di tutte le Regioni che, senza un’analisi di gestione della copertura sanitaria, hanno provveduto alla chiusura di strutture ospedaliere territoriali in funzione solo del contenimento della spesa pubblica.

Questa Regione in un anno e mezzo ha convertito reparti ospedalieri per trasformarli in reparti Covid quando avrebbe potuto riattivare i 170 posti del San Giacomo e, vista la sua inattività, renderlo struttura esclusiva Covid. Una scelta non fatta semplicemente per volere del presidente Zingaretti, il quale sapeva benissimo che la struttura non poteva essere convertita in altro, visto il vincolo testamentario.

Oggi la scelta scellerata del 2008 la paghiamo tutti e tutte. Non solo sul piano dei posti letto Covid ma anche e soprattutto su tutti i ricoveri e gli interventi non urgenti che nel 2020 sono stati sospesi, rinviati o passati alla Sanità privata a causa delle riconversioni effettuate nei reparti ospedalieri.

Ora quale sarà la scusa dell’Amministrazione Regionale? Le assunzioni? La ristrutturazione? 
Le scuse non ci interessano.

Avete chiuso il San Giacomo. Avete giocato con la sicurezza di tutti e tutte. Ora riapritelo e assumente dalle graduatorie.

 

USB Federazione di Roma

 

9-4-2021