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Rifiuti Roma, arresti e malaffare confermano le denunce USB. Ora modificare il piano regionale e approvare bilanci e piano di risanamento Ama

Nazionale -

Nei giorni scorsi è stata arrestata la direttrice regionale del Dipartimento Ambientale e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini, accusata di corruzione e concussione per aver manipolato la procedura amministrativa per la realizzazione di una discarica nella Capitale a favore di Valter Lozza, imprenditore noto per essere il nuovo “re dei rifiuti di Roma”, al posto del vecchio patron Manlio Cerroni.

Contestualmente, la giunta di Roma Capitale non riusciva a portarsi a casa l'approvazione dei bilanci e del piano di risanamento Ama, a causa del mancato numero legale della maggioranza capitolina e del voto contrario dell’opposizione.

Due vicende che non hanno in comune solo l'annosa questione della gestione dei rifiuti di Roma, ma l'ennesima riprova che il profitto e gli interessi dei partiti vengono barattati al posto della difesa del bene comune di cittadini, lavoratori e del territorio.

Nessuna voce si è levata da parte di quei sindacati che fino a qualche giorno fa sgomitavano per allinearsi al nuovo Piano Rifiuti della Regione Lazio o tuonavano per denunciare la mancata approvazione dei bilanci Ama. Un silenzio assordante da parte della politica che conferma le ragioni di USB che da sempre, assieme ai comitati di cittadini che lottano per la difesa del territorio e della salute pubblica, denunciano il malaffare e la corruzione di certe istituzioni attorno alla gestione dei rifiuti.

Come la falsa retorica sull' economia circolare, incentrata sulla riconversione energetica e costruita sul filo dell’emergenza rifiuti, che in realtà nasconde l’asservimento di partiti e taluni sindacati agli interessi imprenditoriali, per realizzare impianti di biodigestione e incenerimento dei rifiuti, da cui estrarre energia e produrre profitto, continuando ad avvelenare cittadini e terreni.

Da sottolineare che l’imprenditore Walter Lozza, coinvolto insieme alla dirigente regionale Flaminia Tosini nell’inchiesta giudiziaria, possiede anche alcune testate giornalistiche, elemento che l’accomuna ad altri imprenditori del settore che attraverso la stampa di cui sono proprietari, promuovono l’ineluttabile ricorso a impianti di riconversione energetica, oltre che ad una continua campagna di denigrazione nei confronti dei lavoratori e delle aziende pubbliche del settore.

Ma se la Regione Lazio in tema di rifiuti è ostaggio degli appetiti imprenditoriali, l’amministratore unico di Ama Stefano Zaghis, espressione diretta della giunta Raggi, si era allineato sin dal suo insediamento con il Piano Rifiuti regionale, smantellando il sistema della raccolta differenziata spinta e investendo risorse economiche considerevoli a favore del ritorno alla raccolta stradale, puntando esclusivamente alle frazioni dell’organico e dell’indifferenziato che servono ad alimentare biodigestori e termovalorizzatori, con buona pace delle promesse elettorali della sindaca pentastellata.

È forse questo il motivo per cui nell'agenda politica della Regione Lazio e di Roma Capitale, il nobile progetto del ciclo virtuoso dei rifiuti, che salvaguarderebbe il territorio e la salute dei cittadini, oltre che creare occupazione nelle aziende che gestiscono il servizio di raccolta e smaltimento, giace ancora nel cassetto di qualche scrivania, forse in attesa di essere rispolverato in prossimità della fase preelettorale?

La gestione dei rifiuti di Roma non può essere ostaggio degli appetiti di qualche imprenditore, né il terreno su cui i partiti si costruiscono la campagna elettorale. I cittadini meritano servizi efficienti e di qualità. Occorre investire in un servizio pubblico che preservi il territorio e la continuità occupazionale, a partire dalla modifica del piano dei rifiuti regionale e dall'approvazione dei bilanci e del piano di risanamento di Ama.

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