Regione Lazio. Chiude un anno da dimenticare
Lo scorso 26 novembre si è svolta la riunione della RSU che di fatto ha chiuso la stagione sindacale di questo anno da dimenticare. Un anno terribile per il mondo del lavoro alle spalle non solo per le vicende legate alla pandemia che hanno sconvolto le nostre vite e le abitudini quotidiane ma anche per i comportamenti di alcune OO.SS.LL che di fatto hanno lasciato i lavoratori in balia dei datori di lavoro e dei politici, divenuti con il tempo sempre più arroganti e poco inclini alla comprensione delle molteplici problematiche poste dai lavoratori. In particolare, la mancata rappresentazione da parte delle OO.SS.LL maggioritarie nei confronti dell’amministrazione regionale dei bisogni del personale regionale, a partire dalle PEO fino ad arrivare alla mancata erogazione dei buoni pasto, ha comportato la perdita economica da parte del personale regionale di una parte considerevole della propria retribuzione, che per alcuni nuclei familiari si è tradotto in un vero e proprio stato di sofferenza, laddove il sostentamento familiare si poggiava anche sui redditi da lavoro privato che sono andati perduti per la gravissima e per certi versi senza precedenti crisi economica nazionale. Ora la cosa che non riusciamo a spiegarci e a spiegarvi è come mai le stesse sigle sindacali che in alcuni altri Enti della Pubblica Amministrazione siglano accordi per le PEO senza alcuna limitazione, se non quelle previste dalla contrattazione nazionale, per i buoni pasto anche in regime di lavoro agile, per le Progressioni Verticali, per aumenti contrattuali veri, in Regione Lazio barattano tutto per pochi spiccioli e per di più distribuiti iniquamente ? perché accettano senza fiatare un piatto di minestra insipido ? Dobbiamo credere che tutto questo avviene per la “promozione” di colleghi sindacali a capo di strutture amministrative ? Quello che a noi dell’Unione Sindacale di Base interessa è rappresentare le problematiche concrete dei lavoratori e continuare a battersi affinché, ad esempio, il personale delle categorie A, che già da tempo avrebbe dovuto essere inquadrato in categoria B, possa finalmente ottenere il giusto riconoscimento per il lavoro che effettivamente svolge. Ci interessa molto sapere, ad esempio, perché nel nostro Ente le circolari hanno una valenza superiore ai contratti di lavoro e alle sentenze delle Supreme Corti. Ci interessa sapere perché in tantissime Amministrazioni pubbliche sono stati erogati, nella fase emergenziale, i buoni pasto mentre da noi vengono barattati per l’acquisto di dotazioni informatiche per lo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità agile. Ci interessa sapere perché vengono spesi milioni di euro in affitto per la sede di Via dell’Anagnina, posta in una zona periferica di Roma, il cui contratto non ha ragione di esistere, anche in considerazione dell’attuale situazione che fa registrare la maggior parte del personale in modalità Smart Working. Sarebbe più utile risolvere il contratto d’affitto per destinarne le risorse nell’ ammodernamento e ristrutturazione degli edifici della sede centrale i cui impianti, idraulico ed elettrico, sono vetusti e malfunzionanti, oppure destinarle nella sanità pubblica che vede carenze sia strutturali che di personale. USB unico sindacato di tutti i lavoratori USB P.I. Regione Lazio
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