REGIONE LAZIO: USB, LA GIUNTA POLVERINI SI DIMETTA SUBITO E LIBERI I CITTADINI DEL LAZIO DAI COSTI DELLA CORRUZIONE E DEL FEDERALISMO D'ACCATTO
L’atto di contrizione della Polverini, consumato davanti alle telecamere al Consiglio Regionale di ieri, è un vergognoso schiaffo all’intelligenza e ai sacrifici imposti ai lavoratori e ai cittadini del Lazio.
Tentare di rifarsi la facciata adottando con urgenza tagli ai costi della politica non è credibile: ormai i governanti di questa Regione ci hanno abituato a reazioni di sdegno e interventi determinati sempre un attimo dopo che è scoppiato lo scandalo.
La Polverini che dal suo insediamento si comporta come il monarca assoluto del Lazio con disprezzo delle regole e del dialogo sociale, sarebbe dovuta intervenire sul Consiglio Regionale quando si è votato l’aumento dei rimborsi a favore dei gruppi politici. Avrebbe dovuto impedire l’aumento delle Commissioni, la pletora di consulenze e assunzioni di dirigenti e avrebbe dovuto adottare misure di risparmio dei costi della politica quando ha deliberato i tagli al servizio sanitario pubblico.
Il Lazio, come pure la Lombardia, sono i frutti avvelenati del federalismo d’accatto, nato per accontentare i fedeli alleati del PdL al Governo. Da anni nelle istituzioni regionali cova lo spreco e la corruzione; la spinta federalista ha fornito più strumenti e risorse, determinando uno dei maggiori buchi neri nella spesa pubblica.
Al di là dei percorsi giudiziari la Polverini ed i prescelti della sua Giunta sono politicamente responsabili di quanto accaduto e devono dimettersi immediatamente, avendo il pudore di non chiedere ancora fiducia ai cittadini della regione che paga le imposte più alte del Paese, ha un servizio sanitario che non garantisce neanche i livelli minimi di assistenza ed un tasso di precarietà e di disoccupazione spaventoso.
Sia chiaro che i cittadini e i lavoratori del Lazio in alcun modo saranno disponibili a pagare ancora, con i tagli al welfare e le privatizzazioni, i costi della corruzione e del finanziamento occulto ai partiti.