Argomento:

Regione Lazio: mobilitazione permanente per casa e reddito!

Roma -

Report della manifestazione di ieri 9 giugno.

Come Movimento per il Diritto all’Abitare, AS.I.A.-Usb e Noi Restiamo ieri siamo tornati ad assediare la Regione Lazio, dopo le intense mobilitazioni degli scorsi mesi che hanno strappato un importante articolo di legge sulla riserva ERP per l’emergenza abitativa, e la regolarizzazione degli inquilini senza titolo delle case popolari.
Tasselli importanti, ma su cui pesavano ancora elementi concreti come l’effettiva disponibilità di patrimonio e risorse da mettere a disposizione viste le continue minacce di sgombero agitate da Prefettura, Comune e cronoprogrammi vari, nonché la spada di Damocle del vergognoso art. 5 del Piano Casa Renzi-Lupi che, ancora una volta, si è dimostrato un elemento discriminante per poter accedere alla sanatoria.
Questioni rimaste ‘in sospeso’ già prima del Covid-19, e che la crisi pandemica non ha fatto altro che mettere in luce in modo drammatico allargando sempre più violentemente la forbice delle disuguaglianze sociali, come evidenziato dai recenti dati Istat e Nomisma sulla crisi del mercato degli affitti. D’altronde, anche in questa fase, gli strumenti emergenziali come bonus affitti, contributi spesa e supporti al reddito una tantum si sono dimostrati condizionali, umilianti e insufficienti ad affrontare la crisi di lavoro e reddito che renderà impossibile per precar*, student*, lavoratori e lavoratrici, famiglie e singoli pagare affitto e bollette, a meno di rinunciare a mettere in tavola il pranzo con la cena. Un’opzione indegna, tanto che per molt* ormai lo sciopero degli affitti si dà nei fatti. Questioni rappresentate con chiarezza da una piazza determinata e partecipata che ha strappato un confronto lungo e autorevole con l’assessore Regionale alle Politiche Abitative Massimo Valeriani.

Il fatto rilevante che abbiamo registrato è una inedita disponibilità al confronto da parte della Regione per affrontare tre questioni dirimenti:
la vergognosa svendita dell’ormai ex palazzo di proprietà regionale di Gian Maria Volontè; i decreti attuativi per la regolarizzazione degli inquilini senza titolo delle case popolari e per l’articolo di legge che stabilisce una riserva del 10 percento per affrontare gli sgomberi; affrontare l’aspetto delle sanzioni comminate agli inquilini che chiedono di essere sanati dimostrando il proprio stato di necessità, e paradossalmente vengono messi in mora. Tanta carne al fuoco dunque, che dimostra come l’emergenza abitativa sia stato un problema sul quale troppo a lungo non si sono messe le mani in un’ottica strutturale, ma puramente emergenziale, o peggio ancora come un problema di ordine pubblico da affrontare con sfratti, sgomberi e il mantra vuoto della legalità. Tanta carne al fuoco, dunque, che richiede un ingente stanziamento di patrimonio e risorse economiche per affrontare non solo l’emergenza, ma anche la cronica quanto impellente necessità di alloggi popolari, c’è bisogno di patrimonio e risorse economiche ingenti. A quanto abbiamo appreso, la Regione sembra intenzionata ad avvalersi principalmente delle risorse messe a disposizione dal Bonus Ristrutturazioni contenuto nel decreto Rilancio per quanto riguarda 80mila alloggi da ristrutturare, nonché le risorse messe a disposizione dal Cura Italia per sistemare l’annosa (quanto vergognosa) questione dei Piani di Zona. Nelle intenzioni che abbiamo recepito, lo stesso autunno che, temiamo, segnerà la ripartenza di sfratti e sgomberi (sospesi fino a settembre), dovrebbe essere il periodo designato per far partire i primi cantieri.

Intenzioni rilevanti, dunque, ma da mettere a verifica con la massima urgenza e mettendo insieme le interlocuzioni e disponibilità registrate al Ministero delle Infrastrutture durante le mobilitazioni precedenti, nonché i confronti col Comune sul tema dei già striminziti bonus spesa.
Come diverse realtà hanno sottolineato nelle piazze di queste settimane, non c’è più tempo, e sulla questione delle risorse non possiamo che andare di corsa prima di un autunno di crisi. D’altronde, i nostri Stati Generali sono nelle piazze che sui temi di casa e reddito continuano, e continueranno, a susseguirsi, per dire alle istituzioni a tutti i livelli che noi questa crisi non la pagheremo, e che casa e reddito sono i pilastri per affrontare la crisi che ci si prospetta. Una prospettiva sistemica quanto mai urgente, perché la questione dell’emergenza abitativa e del reddito non possono più essere ostaggio di scaricabarili, campagne elettorali, o materia di ordine pubblico. Se non ora, quando?

Movimento per il Diritto all'Abitare
ASIA-USB
Noi Restiamo