Regione Lazio, Rocca risponde con la polizia e gli sgomberi alla mancanza della politica della casa

Roma -

In tarda mattinata il Movimento per Il diritto all’Abitare ha occupato la sede della Regione Lazio, denunciando l’immobilismo dell’Ente Regionale in materia abitativa a fronte della produzione a livello normativo che proprio in queste ore sta mettendo in campo il Campidoglio. L’occupazione si è protratta protratta per diverse ore, fin quando la Polizia, presente con numerosi mezzi e uomini, non ha sgomberato gli occupanti e gli attivisti, senza che questi fossero stati ricevuti.

La rivendicazione specifica del nutrito gruppo di senza casa intervenuti in presidio in regione è la questione di Casale de Merode. Lì gli abitanti rischiano di essere sgomberati e l’immobilismo regionale in proposito è inaccettabile specie se si considerano gli impegni presi dalla precedente Giunta. Al cambio politico della Regione Lazio non può seguire un disimpegno clamoroso nei confronti delle numerose famiglie che abitano Casale e che pagherebbero in prima persona e sulla loro pelle i giochetti politici della destra e della sinistra. Per questo motivo le famiglie si sono attivate, per chiedere di rispettare gli impegni presi coi fondi destinati all’uso, ma a quanto pare da parte di questa Giunta la chiusura sarà totale.

Il presidente Rocca in persona è infatti intervenuto per mezzo di una nota diffusa dalla stampa, usando toni e facendo paragoni da far accapponare la pelle. Il parallelo con l’azione violenta effettuata nella sede della Cgil, col benestare delle Forze dell’Ordine rimaste ferme a guardare la scena senza muovere un dito, non trova nessun riscontro nella realtà, e crediamo che persino Rocca questo lo sappia bene. L’azione di stamattina è stata non violenta ed ha messo in campo quel minimo di conflittualità sociale che per fortuna si riesce ancora a praticare, in un paese dove le lotte vengono represse con molta più determinazione di reati ben più gravi e odiosi. Infine il presidente Rocca rivendica, quasi con orgoglio, i tanti sgomberi che l’Ater (ente che detiene e gestisce il patrimonio residenziale pubblico regionale) ha effettuato in questi mesi, a danni di nuclei con donne vittime di violenza (Primavalle), con anziani malati (Tufello), con minori (Tor Bella Monaca). A quanto apre dunque, la politica per la casa secondo Rocca è fatta da sgomberi, chiusura totale nei confronti delle degli attori sociali che alzano la testa e immobilismo assoluto nei confronti delle centinaia di famiglie che rischiano di essere sgomberate.

Asia USB non può che condannare questo atteggiamento e questa presa di posizione del tutto strumentale nei confronti dell’azione condotta stamane dal Movimento. Si vuole far passare delle famiglie che si mobilitano in modo non violento con l’obiettivo di non finire per strada nell’indifferenza generale, al pari di un gruppo organizzato che senza alcun contrasto da parte di chi gestisce l’ordine pubblico ha devastato una sede sindacale. Al contempo si vuole far passare l’idea che le politiche abitative si applichino attraverso sfratti e sgomberi e non mediante l’ampliamento del Patrimonio Pubblico e la destinazione di più risorse finanziarie. Questo tipo di impostazione è stata già tentata in passato, ed ha fallito miseramente. Viva le lotte, viva il Diritto alla Casa.

Asia USB Roma