LSU: LA RAGIONERIA, e non la ragione, SOSTITUISCE LA POLITICA?
La Ragioneria dello Stato, interpellata in merito da solerte funzionario di un ente che ha sforato il 40% della spesa di personale sulla spesa corrente nel 2010, si è pronunciata su una ovvietà, subito presa a pretesto da chi vuole impedire le assunzioni dei lsu. Come è noto ed era scontato l’esito (forse sperato dall’estensore del quesito) conferma il veto ad assunzioni di qualsiasi natura per chi ha sforato il tetto del 40%. Questo ha ingenerato un pericoloso passo indietro che porterà, se non contrastato, un attacco pesante alle assunzioni possibili.
USB invita gli enti in condizioni analoghe a superare le indicazioni poiché solo il parere della Corte dei Conti è vincolante (ritrovando nella ragione le scelte politiche opportune e giuste) richiedendo di firmare con la Regione un accordo affinchè sia certificata la provenienza delle risorse necessarie all’assunzione interamente a valere sul Fondo Sociale Europeo, che finanzia incentivi all’assunzione dei lsu, come previsto dal fondo speciale della L. R. 21/2002, art 5 lettera a). (La Ragioneria di Stato dovrebbe sapere che ogni regione si è dotata di una legge regionale allorchè lo Stato ha demandato a questi enti locali le funzioni in materia di politiche attive del lavoro).
La durata del contratto di lavoro a tempo determinato sottoscritta per 3 anni con possibilità di rinnovo nel biennio successivo non è un delitto, il precedente è costituito da un accordo per la proroga dopo il triennio sottoscritta per i precari dell’ARAN e firmata da tutti (RdB, Cisal, Uil,Cisl, Cgil) il 13.10.2010 a dimostrazione, purtroppo, che non c’è la trasformazione automatica a tempo indeterminato.
Per quanto riguarda le “effettive e dimostrate esigenze funzionali degli enti” il fatto che le carenze di personale sono state coperte per 15 anni con personale precario (categoria lsu ricompresa tra le tipologie di lavoratori flessibile della pubblica amministrazione, proprio dal Rapporto Annuale della Ragioneria dello Stato) è valido motivo per giustificare assunzioni, anche fuori ruolo.
E’ quanto mai fastidioso e inaccettabile leggere e sentire che “considerati i possibili effetti onerosi per la finanza pubblica e il mancato rispetto della vigente cornice regolativa in materia di lavoro flessibile” la Ragioneria esprima un parere negativo alle assunzioni di lavoratori che garantiscono i servizi pubblici da oltre un decennio, senza un contratto di lavoro. Da tale dichiarazione si arriva all’assunto che un organo di Stato tende a giustificare il lavoro nero in quanto non oneroso per gli enti, bloccando il contratto di lavoro legalizzato, cancellando per assurdo “aspettative di futura e definitiva stabilizzazione”, previste dalla legge 296/2006.
Ma la cosa più scandalosa è che sono gli altri i sindacati che direttamente e attraverso qualche "premuroso" dirigente, stanno bloccando sul nascere ogni opportunità, ricercando anche immotivate giustificazioni con una premura e solerzia mai poste in essere in passato a denuncia dell'illegalità vera rappresentata del lavoro nero e oggi invece così determinati a fare interpelli, a destra e a manca, nonostante la Corte dei Conti abbia dato il via libera al decreto di 25 milioni di euro per fare i contratti di lavoro.
Non è un caso se Rieti è la Provincia con il più alto numero di lsu, poiché anche nel 2007 con la legge speciale per l’assunzione a tempo indeterminato abbiamo visto gli stessi comportamenti, salvo poi pretendere da parte sindacale cgil cisl e uil la firma sugli accordi solo dopo che i lavoratori, con le lotte avevano conquistato il diritto all’assunzione.