Lavorare senza diritti? Verso lo sciopero generale per la dignità di chi lavora
Assemblea sabato 21 settembre ore 17.00 Metropoliz via Prenestina 913
Ormai è evidente: non solo il governo in carica non ci sta portando fuori dalla crisi ma la sta utilizzando per comprimere in modo insopportabile i diritti di chi lavora. Il ricatto del posto di lavoro viene utilizzato dalle aziende e dalle direzioni degli Enti pubblici per ridurre i salari, gli standard di sicurezza e la qualità dei servizi. Nel pubblico impiego il rinnovo dei contratti viene continuamente rimandato. La condizione di precarietà che è stata ulteriormente ampliata deve garantire che nessuno protesti.
In questa condizione lavorare è diventata una concessione, una condizione fortunata che non è possibile sacrificare. Lavoro in cambio di diritti, lavoro purché si rinunci alla dignità. Lavoro di bassa qualità, malpagato e a tempo determinato: questo c'è, prendere o lasciare. Il messaggio che ci viene continuamente trasmesso è che lavorare non costituisce una condizione che garantisce dei diritti: ad una giusta retribuzione, ad un ambiente di lavoro sano, alla possibilità di organizzarsi sindacalmente, ecc. Il lavoro non c'è e chi ce l'ha si consideri un privilegiato.
Cambiare questa situazione non è facile. L'azione sindacale indipendente e l'autorganizzazione costituiscono un' arma fondamentale ma spesso proprio le difficoltà oggettive della crisi permettono ai padroni di neutralizzarle giocando sul ricatto e, dove non basta, utilizzando le nuove norme della Fornero (e quelle di Brunetta nel pubblico impiego) per licenziare chi non ci sta.
La realtà ci riporta quotidianamente il dato drammatico che la resistenza non può limitarsi ai posti di lavoro. Se si rimane isolati nel proprio contesto si è destinati ad essere sconfitti. Rendere visibile il proprio disagio, cercare nuove complicità ed alleanze, mettere in comune le forze possono essere una risposta; la dimensione di ognuno di noi non è che una faccia della condizione generale.
Lo sciopero generale del 18 ottobre e le giornate di mobilitazione che si stanno preparando possono rappresentare un passaggio importante. A fare la differenza saranno la nostra capacità di organizzarci ed anche la qualità delle nostre proposte.