Inps Lazio. MAGICAL MISTERY TOUR
Il XXI coordinamento regionale dei delegati USB lo aveva fissato a fine gennaio tra le sue priorità, oggi mancano solo un paio di assemblee al termine del tour iniziato circa due mesi or sono. Un giro divenuto più che mai indispensabile per scoprire, conoscere e toccare con mano un “magma” in continua ebollizione. E per ascoltare non solo i dipendenti in sede ma anche quando possibile l’utenza. Un tour proprio come quelli che si organizzavano, quasi mezzo secolo fa, fra il proletariato operaio inglese e che consistevano in brevi viaggi in pullman della durata di un giorno e di cui i partecipanti non conoscevano la destinazione nota solo all’autista (da questo discende il nome), per entrare nelle differenti realtà. Un tour per 18 tappe partito da Viterbo e giunto fino al Tiburtino, 18 tappe solo in apparenza diverse eppure legate da un rimarcato e indisgiungibile filo rosso: lo smantellamento definitivo del nostro sistema previdenziale pubblico ai danni di colleghi e utenti (le due traversine dello stesso binario), derisi e sbeffeggiati. Si va così dall’impegno inutilmente profuso dai lavoratori della Filiale sud-est ai quali è stato decurtato l’incentivo alla ignobile e scorretta relazione AUDIT sulla performance della Filiale nord-ovest, dai continui spostamenti di personale non condivisi operati dalla direzione della Filiale sud-ovest alla neo sperimentazione che si vorrebbe far decollare senza alcun accordo né risorse aggiuntive a Rieti, dalle legittime preoccupazioni del nuovo direttore dell’area metropolitana sulla sicurezza (per il quale delegare significa valorizzare), al tentativo ingiustificato di installazione di un impianto di videosorveglianza presso la sede di Frosinone. Di corsa fino allo smembramento della sede del Tiburtino prevista per ora sulla carta, con tanti saluti all’utenza che dovrà dividersi tra il Casilino e Montesacro. Per non parlare delle ultime perle inanellate dalla direzione regionale (la stessa che viene incensata ed osannata da una complice UIL a ogni piè sospinto), che intende chiudere un’agenzia con 15 unità ed aprirne un’altra con 5 a Fiumicino. Col magico risultato in piena campagna elettorale di riuscire a metter d’accordo perfino PD e PDL, intervenuti poi con tutte le forze sociali, i patronati e le varie associazioni di categoria, onde scongiurare la chiusura dell’agenzia di Guidonia. Un comitato dei direttori privo della benché minima autorevolezza ed incapace di una qualunque iniziativa, nonostante lo sfacelo di cui è testimone, fa il resto. In questo quadro desolante si inserisce peraltro l’ennesima trovata riguardante la mancata spedizione dei CUD ai pensionati, che saranno costretti a chiederne copia alle Poste pagando € 3.30 (mentre la fantasiosa CISL lo riduce a € 3.00). Delle prevedibili conseguenze e dei rischi strettamente connessi a questi diktat continui nessuno sembra preoccuparsi, eppure a Perugia è successo qualcosa… Nel corso di queste 18 tappe, abbiamo registrato una buona dose di amarezza mista a disaffezione, entrambe dovute all’opera nefasta dei collaborazionisti di turno, ma anche e soprattutto la voglia di reagire con nuova determinazione ad uno sfascio che, volutamente o inconsapevolmente, intendono portare avanti. Ci resta tra le dita la lettera di una cittadina indirizzata all’illustrissimo direttore di una delle sedi romane, in cui “si lamenta questa pessima organizzazione e si chiede di ridare la giusta collocazione ai dipendenti tutti, che comunque fanno più del loro dovere”. Ed è l’anello di congiunzione emblematico tra noi cittadini.
Coordinamento Regionale USB INPS Lazio