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Grave incidente al Teatro dell'Opera di Roma

Sabato scorso, durante lo spettacolo, rischia di cadere scenografia sulle maestranze. Muti costretto a sospendere lo spettacolo per 1 ora.

Roma -

Non fanno più scandalo le costose delocalizzazioni, le decine di contratti professionali ed esternalizzazioni. E la Sicurezza sul lavoro?

 

Sono già due volte che queste scenografie costruite esternamente collassano o rischiano di collassare mettendo a rischio l’incolumità dei tecnici e degli artisti.  Chi controlla la sicurezza?

 

L’Unione Sindacale di Base denuncia e raccoglie la preoccupazione dei lavoratori del Teatro dell’Opera di Roma per le scelte della direzione che sta attuando la delocalizzazione degli uffici finanziari in un appartamento privato alzando i costi amministrativi, in una situazione generale sofferente dovuta all’attuazione delle ultime leggi sulle Fondazioni Liriche.

 

Ma questo non è il solo motivo di preoccupazione. Infatti, rileviamo che sono stati stipulati decine di contratti professionali esterni per figure  già esistenti tra i dipendenti e che, questa situazione, ha fatto si che i costi crescessero in maniera abnorme.

 

Già da tempo denunciamo le spese sempre crescenti, ad esempio delle scenografie che si potrebbero costruire nei laboratori interni, garantendo la sicurezza delle maestranze, anziché appaltarle all’esterno.  La situazione non cambia, anzi ci troviamo ad assistere ad un crescente impiego di risorse finanziarie per scopi tutt’altro che limpidi e trasparenti.

 

Chiediamo al Presidente Sindaco Alemanno se è normale spendere soldi pubblici in questo modo  anziché garantire la sicurezza sul lavoro. La crisi che investe anche la “Cultura”  non si contrasta con tagli ai  fondi per servizi essenziali come la sicurezza sui posti di lavoro, la sanità, la scuola, i trasporti.

 

Questa la situazione nel silenzio assordante dei sindacati concertativi. Loro sono impegnati a sponsorizzare loro stessi nell’accreditamento presso la direzione. E’ recente l’invenzione di un profilo professionale, prima inesistente, per un componente della rsa della CGIL.