Frosinone: fermati i 30 licenziamenti alla Fionda s.r.l.

Frosinone -

Ci sono voluti quasi due mesi di trattative tra la società Fionda s.r.l. di Frosinone e le sigle sindacali per evitare il licenziamento di 30 dipendenti, considerati in esubero dall’azienda nel quadro di un rinnovamento del settore produttivo.

Come si legge nel verbale di accordo tra azienda, organizzazioni sindacali e Regione, la Fionda s.r.l. è un’industria specializzata nella lavorazione di pelle, ecopelle e tessuti tecnici attiva nel settore nautico, automobilistico e dei trasporti in generale. Dopo la pandemia e il generale aumento dei costi di produzione, a fronte di una contrazione delle commesse, l’azienda ha quindi tentato un percorso di ristrutturazione per aumentare i suoi profitti.

Come sempre, il costo di tali ristrutturazioni finisce sempre per essere scaricato su lavoratrici e lavoratori, che ad agosto 2024 sono venuti a conoscenza dell’apertura della procedura del licenziamento collettivo di 30 dipendenti su 93 operativi. Subito è stata aperta la trattativa sindacale, che si è conclusa a settembre con il mancato accordo.

Così, alla richiesta da parte dell’azienda di passare alla fase amministrativa del licenziamento, è stato richiesto dalla Regione Lazio un incontro tra dirigenti, organizzazioni sindacali che ha finalmente visto riconoscere per i dipendenti a rischio licenziamento l’accesso all’integrazione salariale con causale di solidarietà fino a ottobre 2026.

Oltre alla sicurezza del posto di lavoro e dello stipendio per i prossimi due anni, è stato messo a verbale la rotazione per tutto il personale, Inoltre, la Regione Lazio ha messo a disposizione il proprio supporto per la ricerca e la somministrazione di corsi di formazione e aggiornamento per i dipendenti.

Il progresso tecnologico e l’automazione di processi produttivi dovrebbero essere sempre a favore di una riduzione del carico di lavoro dei dipendenti, che invece troppo spesso vengono considerati dalle aziende come un peso di cui disfarsi il prima possibile, ritenendo sempre più conveniente cercare nuove risorse già formate rispetto a fornire il giusto percorso di formazione e aggiornamento per i dipendenti già in forze.

USB è e sarà sempre un argine a questo tipo di “ristrutturazioni”, che stavolta rischiava di essere pagata da 30 famiglie che si sarebbero trovate senza stipendio per permettere all’azienda di restare competitiva nel mondo delle auto di lusso. Un quadro paradossale al quale noi ci opponiamo con forza.

 

Coordinamento provinciale di Frosinone