Argomento:

Cooperativa Agape Onlus: altro che amore incondizionato e fraterno!

VICENDE DAL TERZO SETTORE

Roma -

La cooperativa sociale AGAPE onlus, che opera nel XII Municipio di Roma, con il pretesto di un presunto stato di crisi economica mai dichiarato presso le istituzioni competenti, sta attuando una politica vessatoria ai danni di alcune socie-lavoratrici che lavorano da circa sette anni  e sta assumendo un atteggiamento antisindacale nei confronti del sindacato dell' USB Lavoro Privato a cui le lavoratrici si sono rivolte.  L'AGAPE ha imposto il demansionamento delle lavoratrici che  ricoprono  il ruolo di coordinatrici dei servizi SAISH e Scuola (AEC) pretendendo le loro dimissioni in caso di rifiuto. È evidente che la cooperativa  non ha come obbiettivo la difesa del posto di lavoro, della professionalità e della dignità delle lavoratrici, così come recita lo statuto.

 

L’Agape attua una gestione poco democratica e priva di dialogo con i soci- lavoratori che poco si addice ad una cooperativa sociale onlus, non indicendo le periodiche assemblee statutarie per discutere e valutare la situazione della cooperativa sia riguardo agli aspetti economici, contrattuali ed organizzativi (condivisione dei bilanci, cariche sociali, piani ferie, permessi retribuiti, permessi studio, etc.) sia riguardo a quelli che attengono agli specifici servizi svolti dagli operatori (riunioni periodiche di équipe, di supervisione, etc.) in una logica di divisione interna tra tutti gli operatori.

 

Nello specifico, i comportamenti nei confronti delle due coordinatrici, Flavia Cantarella e Maria Malvaso, persistono da oltre un anno e mezzo e stanno minando seriamente la professionalità e la dignità delle lavoratrici. Ciò avviene attraverso un costante e progressivo svuotamento delle mansioni lavorative: riduzione delle informazioni fornite per poter svolgere al meglio il proprio lavoro; comportamenti atti ad escludere le lavoratrici  dai contatti con le istituzioni esterne (Servizio Sociale del Municipio, Asl, referenti scolastici, etc.) con i quali in precedenza le coordinatrici si relazionavano; assegnazione dei compiti che prima venivano svolti dalle coordinatrici a una terza persona che non è un socio lavoratore di Agape; mancanza di strumenti materiali per poter lavorare (non vengono forniti i PC e le lavoratrici devono utilizzare i propri computer). Inoltre, il luogo di lavoro, pur essendo fornito di climatizzatore, espone le lavoratrici alle intemperie climatiche a causa del mal funzionamento e della inesistente manutenzione dello stesso.

 

Nel mese di agosto del 2011 alle stesse coordinatrici è stato fatto sottoscrivere un documento in cui l’Agape imponeva un mese di aspettativa non retribuita a causa del presunto stato di crisi finanziaria. Dopo non aver ricevuto lo stipendio per un mese, alle lavoratrici sono state decurtate, dal mese di settembre 2011 più della metà delle ore lavorative settimanali passando da 38 ore a 20 ore fino al mese di novembre 2011 con pesanti ricadute economiche in busta paga.

 

Alla fine del mese di novembre, le lavoratrici chiedono di fissare un incontro con il Presidente dell’Agape e con il sindacato USB, a cui hanno conferito il mandato di rappresentanza per risolvere la loro situazione attuale e quella futura. I rappresentanti della cooperativa non si sono presentati al primo incontro senza giustificazione.  A distanza di una settimana le parti si sono incontrate in presenza del solo vice-presidente. Nell'incontro il sindacato, unitamente alle lavoratrici, ha proposto di indire un’assemblea dei soci-lavoratori per mettere a conoscenza tutti del presunto stato di crisi e per cercare soluzioni solidali e condivise, al fine di evitare di far pesare questa condizione solo sulle due coordinatrici. Inoltre, se dalla riunione dei soci fosse  emerso lo stato di sofferenza economica, l’USB si sarebbe impegnata insieme alla cooperativa ad attivare presso le istituzioni preposte la richiesta di ammortizzatori sociali. D’altro canto, pur avendo già pagato sulla propria pelle per diversi mesi, le coordinatrici si sono dette disposte, a ridurre da subito il loro orario lavorativo da 38 ore a 30 ore settimanali.

 

Nonostante l’apparente accettazione delle proposte da parte della cooperativa, le due lavoratrici si sono viste recapitare la "proposta"  di dimissioni "spontanee". Al rifiuto di tale proposta la cooperativa procede con il licenziamento in tronco.

 

A fronte della ferma risposta del sindacato e delle lavoratrici nel rifiuto dei licenziamenti, la cooperativa sospende gli stessi e cerca di trattare le vertenza con altre organizzazioni sindacali 

 

            L’USB nel  mettere  a conoscenza tutti soci lavoratori e le parti in causa, a partire dalle Istituzioni, della  gravissima situazione in cui versano attualmente le lavoratrici, intende  intraprendere tutte le iniziative legali e sindacali necessarie a tutela dei diritti e della dignità delle  lavoratrici  e dei lavoratori tutti  chiamando  gli operatori sociali a fare propria la lotta di  queste lavoratrici la cui storia è l'emblema di un settore disastrato per gli utenti e gli operatori.

 

Roma, 16 dicembre 2011

 

 

La RSA USB Coop sociale Agape Onlus