BASTA MORTI SUL LAVORO – ALZARE I SALARI, ABBASSARE LE ARMI! LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO. PENSIONI A 62 ANNI!
Ancora una tragedia, l’ennesima nel nostro territorio, ieri a Ceccano, in via Madonna della Pace, un lavoratore edile di 66 anni ha perso la vita cadendo da un’impalcatura. Una morte assurda, avvenuta su un ponteggio dove a quell’età non si dovrebbe neppure salire.
In Italia, nel 2025, siamo già oltre 800 morti sul lavoro. Ogni volta si ripete lo stesso copione: le immancabili lacrime di coccodrillo della politica, le dichiarazioni ipocrite sui controlli, le promesse di riforme, gli appelli alla prevenzione. Parole vuote che non fermano la strage.
La verità è una sola, un’altra vita è stata spezzata perché nel nostro Paese si è costretti a lavorare fino a 67 anni, perché le pensioni non consentono una vita dignitosa, perché con 600 euro al mese non si sopravvive.
È inaccettabile che nel 2025 un lavoratore venga mandato su un ponteggio senza tutele assolute.
È vergognoso che a 66 anni si debba ancora lavorare in un cantiere per mettere insieme la cena, invece di godersi la pensione accanto ai propri nipoti.
Questa non è una fatalità, è l’ennesimo omicidio sul lavoro. Servono risorse vere per abbassare l’età pensionabile, garantire pensioni dignitose, assicurare la massima tutela nei settori ad alto rischio come l’edilizia, creare una reale cultura della sicurezza e della prevenzione.
USB e Rete Iside hanno raccolto decine di migliaia di firme per l’introduzione del reato di Omicidio sul Lavoro e Lesioni gravi e gravissime. La proposta è stata depositata in Senato, ma è rimasta lettera morta, mai discussa nemmeno in Commissione.
Un silenzio che pesa, un disinteresse che copre le responsabilità dei padroni che risparmiano sulla sicurezza per aumentare i profitti, un disinteresse che copre le responsabilità della politica, che da trent’anni — dal decreto Dini al cosiddetto “Salva Italia” — ha innalzato l’età pensionabile senza tenere conto dei lavori usuranti.
USB riprenderà con forza la mobilitazione per pretendere che, come è stato fatto per i reati sulle morti stradali o nautiche, si dia finalmente dignità anche a chi muore lavorando, sacrificato al profitto e allo sfruttamento.
Ai familiari della vittima va tutta la nostra vicinanza e il nostro cordoglio più sincero.
USB – Unione Sindacale di Base