Assistenti Educativo Culturali a domicilio: l’ultima “geniale” trovata del Comune di Roma e di Cgil, Cisl e Uil

Roma -

Sta diventando la sagra di chi le spara più grosse. È di giovedi scorso un accordo firmato dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma e da Cgil-Cisl-Uil che converte il servizio degli AEC in prestazione domiciliare.
Niente di più assurdo sul piano educativo e sul piano lavorativo oltre che una beffa per il contenimento del contagio. 
Un bell'accordo dove si richiamano DCPM e accordi con il Ministero della Salute sull’uso dei dispositivi di protezione individuali necessari al contenimento della trasmissione del Covid-19 che però non specifica chi dovrebbe controllare se al lavoratore vengano forniti. 
Ma voi immaginate un AEC che si presenta a casa di un bambino con grave spettro autistico con mascherina, occhiali, visiera, camice usa e getta, guanti e calzari? Evidentemente i geni firmatari di questo accordo non sanno proprio di cosa si occupano gli AEC e con quali caratteristiche di disabilità hanno a che fare.
E poi: chi dovrebbe controllare la sicurezza sanitaria, oltre alla sanificazione dell'ambiente di lavoro, per utenti e lavoratori? Il Comune di Roma, che non ha controllato alcun servizio socio-assistenziale in carico? Come non fatto ad esempio nelle case famiglia o nei centri di accoglienza dove si sono sviluppati focolai di contagio?
Ha dell’assurdo, poi, che gli stessi sindacati che firmano un protocollo d’intesa con la Regione Lazio in cui si parla di rimodulazione in forma digitale del servizio e pagamento vuoto per pieno della prestazione da parte dei Comuni vadano a firmare un accordo che annulla completamente il meccanismo del vuoto per pieno.
Se qualcosa ha dimostrato questa pandemia è che il Comune di Roma non è stato assolutamente in grado di garantire i diritti di tutti i cittadini alla salute, al lavoro e ad una vita dignitosa soprattutto in questa fase cosi grave per tutti e tutte. E che Cgil-Cisl-Uil hanno completamente dimenticato - questo noi lo sapevamo già ma è sempre bene ribadirlo - che il loro ruolo è quello di tutelare i diritti di chi lavora e di rispettare il volere di lavoratori e lavoratrici.
Come USB sosterremo ogni forma di mobilitazione per rivendicare i diritti degli AEC del Comune di Roma oltre che permettere a lavoratori e lavoratrici di respingere al mittente un accordo firmato da chi non li interpella e non li rappresenta.
Basta compromessi! L’unica vera soluzione è l’internalizzazione immediata del servizio.

 

USB – Federazione di Roma