Argomento:

AMA SI, ROTTAMAZIONE NO! USB CONTRO I PROCESSI DI PRIVATIZZAZIONE

Roma -

L’accordo siglato il 7 Dicembre tra Ama e sindacati concertativi (cgil, cisl, uil, fiadel, ugl) che cede in affitto di ramo d’azienda i lavoratori Ama,  attualmente in Marco Polo, alla Ama Disinfestazioni s.r.l. (che assumerà il nome di Ama Soluzioni Integrate s.r.l.), è una operazione di macelleria sociale che punta a liberarsi di lavoratori che la Direzione aziendale mira a sostituire con altre forme di lavoro sottopagato.

 

La, ancora inesistente, AMA SI che mette insieme lavoratori con mansioni e contratti diversi le cui attività non sono compatibili, è solo un serbatoio dove mettere tutti quei lavoratori le cui attività non sono riconducibili immediatamente alla missione aziendale. L’obiettivo di chi gestisce oggi l’azienda è quello di predisporre un’azienda più leggera da mettere in vendita sul mercato. E quindi devono rimanere in azienda solo i settori riconducibili alla raccolta rifiuti e quindi via tutti gli altri, tutti da rottamare.

 

Anche le cosiddette ”garanzie” per un futuro rientro in azienda possono essere messe in discussione dalle modifiche delle leggi sul lavoro come in parte già avvenuto con il famigerato art. 8 della finanziaria di agosto e dall’accordo del 28 giugno tra confindustria e sindacati concertativi.

 

L’accordo del 7 dicembre disattende anche gli impegni presi dall’assessore Bordoni del 5/8/2010 e dalla deliberazione dell’assemblea dei soci della Marco Polo del 9/11/2011 (ambedue prevedevano il rientro in Ama).

 

Gli “eroici” sindacalisti che hanno firmato vanno dicendo che non c’erano alternative alla firma. Ciò E’ FALSO, l’alternativa c’era :

 

a) si poteva sospendere la trattativa e far decidere i lavoratori;

 

b) si poteva chiedere un confronto con l’azionista di Ama (il Comune di Roma);

 

c) si poteva non firmare e impugnare l’atto di fronte ad un giudice.

 

E’ altresì falso dire che in caso di mancata firma saltavano le garanzie, esse fino ad oggi sono previste dalla legge.

 

Con questo accordo si conclude la “favola” della nuova cgil, in realtà al di là dei proclami roboanti la sostanza è la solita subalternità alla direzione aziendale ed a cisl,uil,fiadel. Degli altri sindacati non parliamo sono da sempre appiattiti con i vertici aziendali.

 

USB sarà al fianco di tutte le iniziative promosse collettivamente e individualmente dai lavoratori  e continuerà la battaglia contro le scelte aziendali e i processi di privatizzazione.