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All’Ama prepensionamenti, ferie imposte d’ufficio e quarantene: e lo chiamano assenteismo

Roma -

L’8 marzo le lavoratrici e i lavoratori in sciopero hanno accompagnato i propri rappresentanti eletti alla direzione di Calderon de la Barca, per denunciare che dopo il “licenziamento” delle RSU, come nei peggiori tempi passati, Ama è tornata ad essere il porto delle nebbie. Una delegazione è stata ricevuta ma ha trovato una dirigenza sorda e negazionista che ha pensato bene di farsi scortare dalle forze dell’ordine.

Raccomandano il rispetto delle procedure ma nessuna spiegazione sull’assenza di trasparenza nelle modalità di selezione interne, sulle assunzioni del personale operaio e dirigente, sulle promozioni e avanzamenti di carriera, sui trasferimenti ad personam, mentre sparisce la pubblicazione dal sito Ama degli stipendi delle figure direttive e dei dirigenti, perché gli stessi hanno fatto ricorso al Tar.

Nessuna trasparenza sulla recente graduatoria di futuri TOT calata dall’alto. Un consistente reperimento di preposti sta avvenendo in assenza di criteri trasparenti e accertati e, in mancanza di assunzioni certe, rischia di ridurre il personale operativo nelle zone e nelle autorimesse già ridotto al lumicino da pensionamenti e gravi patologie per l’età avanzata. A fronte di 900 pensionamenti solo 300 assunzioni.

Mentre parte dei dirigenti hanno potuto usufruire dell’isopensione che gli ha assicurato un prepensionamento fino a sei anni compreso di stipendi e contributi pagati dall’azienda fino al raggiungimento dell’età pensionabile, l’amministrazione Zaghis seleziona nuovi dirigenti e aumenta gli stipendi a quelli rimasti con pesanti ricadute sul bilancio Ama. Peccato che questa classe dirigente a tutt’oggi non abbia ancora presentato uno straccio di Piano Industriale e sul futuro di Ama pende un passivo di 250 milioni.

Ma se a Calderon de la Barca i dirigenti si premiano con i soldi dei contribuenti, ai lavoratori invece sono riservati i linciaggi mediatici e spesso le aggressioni dell’opinione pubblica. l’assenteismo viene sbandierato come la causa della inefficienza mettendo in secondo piano che i lavoratori stanno pagando un prezzo altissimo in termini di contagi e di morti per colpa di una dirigenza che non applica i protocolli e le tutele per il contrasto alla pandemia nei posti di lavoro.

Si sbandierano le percentuali di assenze ma non si dice che le ferie sono imposte d’ufficio per comodità aziendale invece che per scelta del lavoratore; si omette di dire che ai lavoratori e alle lavoratrici, come a tutti i cittadini si applica quanto previsto dai DPCM in tema di quarantene o di congedi parentali. Non si dice che oltre il 30% di operatori sono ultrasessantenni e più del 50% hanno superato i cinquant’anni e hanno riportato traumi muscolo-scheletrici perché operano su giri di raccolta PAP per cui l’azienda è stata sanzionata dalla ASL per gli eccessivi carichi di lavoro

  • Questa dirigenza ha risparmiato sulle manutenzioni nei luoghi di lavoro che versano nel degrado più assoluto, spesso senza acqua calda o riscaldamenti adeguati;
  • Ha risparmiato sull’appalto delle pulizie che viene effettuato 5 giorni su 7, mentre chiede che si lavori 7 giorni su 7;
  • Ha scaricato il lavoro delle UND sugli operatori Ama mentre ha lasciato per strada centinaia di famiglie dei lavoratori degli appalti;
  • Ha introdotto il SAP senza un adeguata formazione e causa di perdita delle indennità.

I lavoratori meritano rispetto e le loro rappresentanze elette pretendono di essere ascoltate.

Unione Sindacale di Base - AMA

Roma 10-3-2021