Alitalia, USB: il bando di svendita, la scelta peggiore nel momento peggiore. Fermatevi!

Roma Fiumicino -

Giovedì 5 marzo è stato pubblicato il bando di vendita di Alitalia scritto dall’advisor Rothschild per conto del commissario straordinario Leogrande. A una prima lettura, l’avviso appare la copia non originale e forse peggiorativa del bando Gubitosi del 2017, con la previsione di separare i rami d’azienda anche in più lotti: Aviation Handling e Manutenzioni. Nulla che non si vociferasse da qualche tempo ma che mai avremmo immaginato di dover vedere, a maggior ragione in un momento come quello che vivono oggi l’economia italiana e mondiale.

 

USB aveva chiesto con forza a Leogrande e al governo di far slittare l’annuncio al mercato e di aprire un tavolo di crisi generale considerata l’emergenza coronavirus che sta attraversando l’intero settore del turismo e dei trasporti in Italia. La domanda era tesa a evitare la vendita di un’azienda in enorme difficoltà, con valore economico oramai irrisorio. Invece testardamente si conferma la strada della chiusura della procedura commissariale anche in un momento delicatissimo. Il commissariamento è una condizione del tutto eccezionale e transitoria, ma non si può non tenere conto del quadro complessivo ed essere tanto autolesionisti.

 

Ci chiediamo perché si ritardi nella richiesta all’Europa di una serie di misure pubbliche e in particolare per il trasporto aereo, compreso il congelamento della valutazione sulle somme erogate per il Gruppo Alitalia, e perché non si mostri il coraggio che questi tempi richiedono, perseguendo finalmente quell’unica ricetta di rilancio della compagnia che oramai chiunque, anche l’uomo della strada, è in grado di comprendere.

 

A questo si aggiunge la situazione di Air Italy che nell’emergenza sanitaria è diventata poco più che un fastidio, quando invece è la più eclatante dimostrazione degli errori di finti salvataggi attuati con le privatizzazioni. È ormai indispensabile parlare di un vettore unico italiano e la vendita di Alitalia oggi sarebbe fuori da ogni contesto.

 

Il governo non solo non ha risposto sull’emergenza generale, ma sta evidentemente avallando la valutazione improvvida di Leogrande, per quella che a USB sembra la scelta peggiore nel momento peggiore, accollandosi così una maggiore responsabilità nella gestione della crisi. I tempi per cambiare strada oramai sono strettissimi.

 

USB e i lavoratori non faranno sconti a chi dovesse rendersi responsabile di frazionamento del perimetro di svendita degli asset. Nessuno sarà perdonato perché sono troppi i fallimenti ed il tempo inutilmente perso.

 

USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo

 

Roma, 6 marzo 2020