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ACEA: PrismaNews intervista il Dirigente Sindacale USB ACEA

Di seguito riportiamo l'intervista integrale

Roma -

Acqua: un bene comune e pubblico esaltato dall’esito del referendum 2011 ma avversato da linee di pensiero che vogliono comunque il privato in seno alle cosiddette ‘Municipalizzate’.

Le esperienze di città come Arezzo e Pistoia giocano a sfavore delle Spa; le polemiche avutesi per Hera-Acegas fra Emilia-Romagna e Veneto danno la misura di una concordia inesistente. E poi c’è Roma, dove in Consiglio la Delibera n. 32 ha visto una guerra di posizione socio-politica fra i fautori e gli oppositori dell’avvento del privato come socio di maggioranza.

Parola allora all’Usb, l’Unione dei sindacati di base, con cui discutiamo della faccenda approfittando dell’esperienza del suo Vincenzo Callari.

La privatizzazione parziale ha per caso estromesso il Comune di Roma da decisioni/scelte aziendali? “Certamente sì e la conseguenza la definirei ‘marginalizzazione’ del Campidoglio… A livello gestionale non parlerei di intromissioni mentre diverso è il caso del ‘sottobosco’ dove le ingerenze da parte comunale ci sono, è innegabile. Ingerenze che c’erano pure prima, solo che oggi forse si è oltrepassata la misura. E se vi è troppa ingerenza, a risentirne sono anche i servizi; non è un caso che dell’Azienda si sia interessata l’informazione a causa dei reclami della clientela, delle file agli sportelli., dei problemi in sede di fatturazione, ecc.”.

Di solito scelte e decisioni vengono condivise con i sindacati, siedano essi o meno nei CdA. Cosa hanno fatto in sede di controllo di Acea? “In questo CdA non vi è rappresentanza sindacale. E ciò da quando Acea è diventata una Spa quotata in Borsa, prima invece c’era un rappresentante degli operai e uno degli amministrativi. Noi di Usb abbiamo sempre emesso documenti dove si sono analizzate - e criticate - le strategie dell’azienda e il piano industriale. Ci siamo espressi anche quando Amministratore delegato e Direttore generale dicevano di voler entrare nelle energie alternative espandendo il ‘core-business’ per poi invece tirarsene fuori. C’è stata, in Acea, molta confusione anche a livello di entrata nel settore del gas… non si capiva se si sarebbe dovuti entrare o meno, il balletto è durato parecchio…
E nel 2011 c’è stata la presa di posizione del management a favore del referendum sul nucleare, con centinaia di migliaia di euro spesi a favore dei Comitati per il Sì. Ancora: si è deciso di subappaltare a ditte piccole per ridurre i costi di intervento; solo che così è aumentata l’inefficienza, nel senso che all’errore cagionato dalla piccola ditta deve ovviarvi Acea intervenendo di nuovo e facendo così lievitare il costo dell’intervento”.

Se non ci fosse il sindacato allora i cittadini-clienti avrebbero meno tutele… “Bè, forse non vi sarebbe chi tirerebbe fuori la fine della joint-venture con i belgi di Electrabel. All’epoca - in un’audizione al Senato - il management disse che bisognava rinforzare la filiera dell’energia elettrica, che bisognava di nuovo essere presenti nel settore come produttori. In occasione di una riunione interna, i manager dissero che stare sul mercato dell’energia senza produrne non aveva senso… ebbene, oggi siamo un’azienda che distribuisce ma non produce!”.
Callari, mi ero riservato una domanda relativa al giudizio di Usb su Ad (Marco Staderini) e Dg (Giancarlo Cremonesi) http://www.acea.it/GetMedia.aspx?lang=it&id=b1bf37a91bce40e2be4a417d26c20817&s=0&at=1ma credo sia superfluo. Cambio subito: e il prof. Aurelio Misiti, cattedratico di ingegneria, parlamentare di Grande Sud e in passato n. 1 dell'azienda? E’ ancora un nome importante per Acea? “No, oggi non più. In passato si era tirato dentro alcuni dei suoi più fidi collaboratori, ex-allievi dell’università poi cresciuti professionalmente”.

Qualcuno ha accennato, di recente, a una possibile chiusura degli sportelli al pubblico… Ci è giunta voce di quanto avrebbe detto Antonello Giunta, AD di Acea Energia, proprio negli uffici di piazzale Ostiense. Pare si sia definito uomo del Pd aggiungendo pure di voler chiudere tali sportelli… “Se Acea ha un valore aggiunto nel contesto del mercato dell’energia, esso è costituito appunto dagli sportelli. Un servizio che nessuno offre più, nemmeno Eni o Enel, ritenendoli - erroneamente - un costo alla voce ‘personale’. E invece sono un servizio: solo che per essere tale deve essere efficiente… La propria efficienza deriva da quella dell’Azienda stessa; se invece capita di vedere baruffe (e ne capitano) a causa ad esempio di fatturazioni sbagliate, vuol dire che qualcosa non va. E meno male che c’è la pattuglia della Polizia, qui fuori: a volte serve per sedare situazioni imbarazzanti!”.

‘Acea800’: è vero che la struttura del call-center va male? Ed è vero che, nonostante tutto, continui a sub-appaltare ad altre aziende? “In epoca pre-Alemanno si fece la scelta di dotarsi di una struttura utile a ridurre i problemi da discutere allo sportello. Se si decide di sub-appaltare è perché vi sono picchi di traffico in entrata che non si riescono a smaltire… e se ciò accade è proprio per l’inefficienza che sta a monte, a livello di gestione aziendale. Se tutto fosse ridotto a livello fisiologico, non ci sarebbe necessità di sub-appaltare. Certo, l’ideale sarebbe formare risorse e farle restare nel perimetro di Acea. Ma anche qui occorre un scelta chiara: se il personale è valutato come costo, allora… Ma c’è dell’altro che andrebbe detto”.

Cioè? “Che cinque anni addietro Acea decise, sia per la distribuzione che per l’energia, di sostituire contestualmente i sistemi informatici. Parlo di tutto ciò che era relativo alla lettura delle bollette, alla fatturazione, al contatto con i clienti, agli interventi tecnici, al credito. Quella scelta - i cui effetti oggi si rivelano per intero - sono stati ribaditi dal management attuale”.

Posso chiederle cosa si sappia in Acea circa la sanzione inflittale dall’AEEG all’azienda? Si parla di parecchi euro di multa sia per quanto riguarda falsi contratti stipulati che di fatturazioni gonfiate. E ancora: una voce ‘cattiva’ dice che la concorrenza si stia adoperando per far togliere la concessione ad Acea… “Per ciò che riguarda la sanzione lei dice ina cosa vera. Per fortuna Acea ha aderito, con altre aziende, al Registro ad hoc che prevede una procedura etica per la vendita, che vincola a procedere specifiche quanto al telemarketing, al porta-a-porta, ecc. In tema di fatturazione, l’Autorità dell’Energia e del Gas ha posto formalmente ad Acea una serie di domande alle quali l’azienda risponderà. Non è una sanzione e noi ovviamente speriamo che non vi si arrivi”.

Noi abbiamo la sensazione che dietro la vendita delle rimanenti quote di Acea in mano al Comune vi sia la faccenda-Malagrotta. Una sorta di partita di giro: se va bene l’accordo sull’una, poi si risolverà anche l’altra… Post-elezionem! “Acea sarà oggetto di accordo politico e su questo nessun dubbio... ma dovrà essere trasparente. Usb è trasparente da sempre, esattamente dal 1997 quando ci dicemmo contrari alla privatizzazione avviata dal sindaco Rutelli. Da allora ad oggi molto è cambiato e ci troviamo dalla nostra parte chi all’epoca ci era avversario. E’ una speranza, sì, seppur noi diciamo NO alla vendita ed altri NO alla svendita”.