ROMA: FERMATO LO SGOMBERO DI GIAN LUCA, MALATO DI LEUCEMIA, OSPITE DAL 2008 NEL RESIDENCE A TOR TRE TESTE.

PER CHI VUOLE APPROFONDIRE IL TEMA SPIEGHIAMO PIU' SOTTO LA VICENDA DEI RESIDENCE E DI GIAN LUCA.

Roma -

BLOCCATO IN TARDA MATTINATA GRAZIE ALL’INTERVENTO DELL’ASIA-USB
IL COMUNE DI ROMA LO VUOLE CACCIARE PERCHE’ LO CONSIDERA RICCO CON 6.000 EURO DI ISEE ANNUI.

A Tor Tre Teste questa mattina è stato tentato lo sfratto di Gian Luca persona malata di leucemia che viveva in un residence insieme alla sua famiglia. Ricoverato nel residence ne 2008 a causa dello sfratto.
Grazie all'intervento di ASIA-USB lo sfratto, nei fatti già eseguito, è stato sospeso grazie all'intervento dell'assessore al patrimonio ed è stata impedita una ingiustizia sociale portata avanti dai Dirigenti comunali che hanno arbitrariamente abbassato il limite di reddito per la permanenza negli stessi residence.
Cosi Gian Luca ha potuto riportare le sue cose nel suo piccolo alloggio del residence e ora starà cercando le ragioni di questo accanimento nei suoi confronti da parte della Dirigenza del Comune di Roma che ha dichiarato da tempo la guerra contro i poveri di questa città.
Perché è inspiegabile come si possa ritenerlo non avente diritto con un reddito ISEE di 6.000 annui nel 2006.
Questi dirigenti sono coloro che, invece di risolvere il problema abitativo nella nostra città, stanno creando nuove emergenze con gli sgomberi nei residence e nelle case popolari.
L’assenza di un assessore alla casa nella nostra città favorisce questa guerra ai ceti sociali più deboli e legittima chi questa guerra la sta facendo dietro il paravento del ripristino della cosiddetta legalità, che non vale però – per loro arbitrio - per coloro che hanno acquisito un diritto, come nel caso di Gian Luca.

ASIA-USB

SPIEGHIAMO QUI SOTTO LA VICENDA DEI RESIDENCE E DI GIAN LUCA, PER CHI VUOLE APPROFONDIRE IL TEMA, SPERANDO CHE SIA UTILE ANCHE PER COLORO CHE VOGLIONO IMPORRE LA LEGGE DELLA GIUNGLA IN UNA CITTA' CHE HA BISOGNO DI POLITICHE PUBBLICHE PER L'ABITARE.

Oggetto: Appunti situazione Frezza

Alcuni riferimenti

- Con Delibera Cons. Comun. N. 154 1997 hanno trasformato l’assistenza alloggiativa da risposta temporanea all’emergenza casa, in attesa di assegnazione di un alloggio popolare, a “Intervento a sostegno della famiglia e alla persona.
- Con delibera n. 163 del 1998 hanno approvato il Nuovo Regolamento di intervento assistenziale denominato: "Intervento di sostegno economico per il superamento dell'emergenza abitativa" stabilendo per il 1998 il limite di reddito di L. 21.000.000 milioni (che era lo stesso delle case popolari, oggi divenuto di 20.340 €, che viene calcolato sottraendo dal reddito lordo da lavoro dipendente primo 2000 euro a figlio a carico e poi il 40%). L’unica traccia sul limite di reddito, che tra l’altro segue esattamente quello che stabiliscono le norme in materia, sta in questa delibera.
Supponiamo però che gli uffici del Comune di Roma, successivamente, abbiano stabilito il nuovo limite di reddito a 18.000 euro lordi richiamandosi - a distanza di anni - al D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 109, che per i servizi assistenziali alla persona dava la possibilità agli enti locali di stabilire i criteri di accesso (quindi supponiamo anche il limite di reddito), ma questi criteri per gerarchia non possono andare contro le norme regionale e statali.
Questa delibera già nel 1998 nelle disposizioni transitorie recitava cosi:
Ai nuclei familiari già ospitati nei Residences Privati Convenzionati e successivamente ammessi al "contributo" verrà riconosciuta interamente l'anzianità del "Servizio di Assistenza Alloggiativa" reso dall'Amministrazione Comunale ai fini di una eventuale "Riserva" per l'assegnazione di alloggi di E.R.P.
SI RICONOSCEVA GIA’ DA ALLORA IL DIRITTO ALL’ASSEGNAZIONE DI UN ALLOGGIO E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica)
- Nel 2005 viene approvata la delibera n. 110 con la quale istituiscono i Centri di Assistenza Abitativa Temporanea (C.A.A.T.), dove hanno ospitato Frezza
- Fino al 2013 nulla è cambiato nella gestione dei Residence e i limiti di reddito erano sempre gli stessi, quelli dell’edilizia pubblica (allora di 18.000 euro netti)
- Nel settembre del 2013 viene approvata dalla Giunta Marino la delibera n. 368 che dice tutt’altre cose rispetto a quello che stanno facendo oggi gli uffici.
Riportiamo alcuni passaggi: “è intendimento della Amministrazione Capitolina trasformare gli interventi di sostegno abitativo forniti tramite le suddette strutture (i CAAT) in assegnazione in locazione di alloggi di ERP ….” e “Che la cessazione dei contratti di locazione dei suddetti C.A.A.T. con 328 nuclei familiari in uscita impone di procedere, comunque, nell’immediatezza, all’individuazione di una sistemazione alloggiativa alternativa”;
ancora “di dare mandato agli Uffici del Dipartimento Politiche Abitative di attivare le procedure per l’assegnazione degli immobili rilasciati, recuperati ed acquisiti al patrimonio destinato all’edilizia residenziale pubblica a favore degli ospiti dei C.A.A.T. aventi titolo, nel rispetto della normativa vigente”
- Ma da questo momento in poi, invece di trovare una soluzione abitativa per gli ospiti dei CAAT (tra questi Frezza), come recita la suddetta delibera di indirizzo, hanno iniziato ad applicare la revoca per tutti coloro che superavano i limite di reddito di 18.000 euro lordi, i quali con redditi lordi annui non superiori ai 33.000 euro avrebbero dovuto già avere una casa popolare; NEL 2014 IL REDDITO CONTESTATO A FREZZA E STATO DI € 22.873,00 LORDI.
- Gian Luca Frezza ha avuto un danno non solo per il mancato rispetto dei diritti acquisiti e riconosciuti nella lunga antologia degli atti di impegno del Comune di Roma che abbiamo fin ora menzionato (dell’assegnazione della casa agli ospiti dei Residence se ne parla da decenni, da quando sono nati), ma anche alla luce della Delibera di Giunta della Regione Lazio n. 18 del 2014 che ha approvato un piano di emergenza che impegna fondi anche per il superamento dei residence:
la delibera recita così al punto “8. procedere, ai fini dell’attuazione del programma per l’emergenza abitativa per Roma capitale di cui al precedente punto 2, di concerto con Roma capitale e l’ATER competente, entro 60 giorni alla pubblicazione del presente atto, alla compilazione di una rilevazione analitica delle situazioni di emergenza presenti nel territorio di Roma capitale, suddivise nelle seguenti categorie:
- nuclei familiari, anche formati da una sola persona, inseriti nella graduatoria per l'assegnazione di alloggio popolare di Roma Capitale sulla base del Bando Generale anno 2000 ed ancora in attesa di assegnazione di alloggio ERP;
- nuclei familiari, anche formati da una sola persona, che alloggiano presso i Centri di Assistenza Alloggiativa Temporanea di Roma capitale alla data del 31 dicembre 2013;
- nuclei familiari, anche formati da una sola persona, che vivono in immobili, pubblici o privati, impropriamente adibiti ad abitazione alla data del 31 dicembre 2013;
LA REVOCA DELL’ASSISTENZA ALLOGGIATIVA DANNEGGIA DOPPIAMENTE IL SIG. FREZZA. CON QUESTA DELIBERA VIENE SANCITO IL SUO DIRITTO AD AVERE UNA CASA, CHE PERDEREBBE SE VIENE SFRATTATO.

Alcune considerazioni di ASIA-USB:

crediamo che i due dirigenti di quel dipartimento, che hanno firmato la revoca a Frezza, stiano applicando in modo singolare e arbitrario le norme: agitano il vessillo della legalità facendo una guerra spietata ai poveri (e non alla povertà come vorrebbe una attenta politica pubblica per la casa), cercando di criminalizzare gli ospiti dei CAAT facendoli passare tutti per imbroglioni; questo per giustificare la loro incapacità di affrontare (non ci azzardiamo a dire risolvere) il problema della casa nella capitale del nostro paese. Per questo sono lautamente pagati. A questi signori abbiamo segnalato più volte appartamenti comunali vuoti che a distanza di anni non vengono ancora assegnati.
Dovrebbero spiegare alla città di Roma perché, loro dirigenti e anche l’ex-Sindaco Marino che tutto ha mosso, finché pagavano 2700 euro al mese ai proprietari (36 milioni circa ogni anno per circa 1.100 nuclei) per ogni famiglia ospitata in veri e propri tuguri tutto era regolare e nessuna revoca è stata fatta. Quando si è deciso di chiudere questo scandalo dei residence non sono stati in grado di impegnare questi soldi in modo più lecito e fruttuoso per la città, in soluzioni abitative vere e, quasi per vendicarsi del mancato affare per i proprietari delle strutture ospitanti (i famosi CAAT) e le loro confraternite venute alla luce con Mafia Capitale, hanno cominciato la guerra ai suoi ospiti, il settore sociale più debole della nostra città.