Acea, cosa è cambiato?

Roma -

Eh si, per USB è ora di tirare le somme. Abbiamo concesso del tempo e abbiamo condiviso in parte le impostazioni sul contro-cambiamento che ci sono state illustrate, siamo stati in paziente attesa dei reali segnali in questo senso. E’ ora di chiarire a tutti come stanno le cose secondo noi.

Quando l’attuale Management, con a capo l’Ing. Donnarumma, si è insediato al comando della società, la nostra organizzazione sindacale, considerati i segnali incoraggianti che la società lanciava, ha chiesto un incontro  per rappresentare quelli che erano i nostri punti di vista e la nostra piattaforma di richieste, da sempre oggetto dei nostri documenti; richieste per noi essenziali e pertanto considerate irrinunciabili.

A conclusione dell’incontro abbiamo ribadito, per il superamento delle situazioni che avevano generato le storture e le ingiustizie derivate dalla precedente amministrazione, segnalate a più riprese e che erano sotto gli occhi di tutti, il nostro contributo al dialogo con l’azienda,  chiarendo che USB avrebbe vigilato con attenzione affinché le buone intenzioni espresse dall’azienda non rimanessero solo parole di circostanza. Dopo un anno dobbiamo, nostro malgrado, osservare che le nostre perplessità circa il cambiamento tanto ventilato con l’insediamento del nuovo CDA, sono diventate certezze, e in modo  del tutto simile al libro Il Gattopardo “tutto è stato cambiato perché nulla cambi”.
 
Tante sono le cose che purtroppo dobbiamo criticare. Ci preme prima di tutto sottolineare la continua e sempre costante de-professionalizzazione del personale, figlia della concezione per la quale tutti fanno tutto in tutte le società  del gruppo, dove invece si riscontrano tipologie di attività ad alta specificità e complessità. Con l’aggravante che l’oggetto di questa  de-professionalizzazione ora comprende anche gli strati gerarchici intermedi (Quadri e Dirigenti), ignorando soggetti capaci con professionalità ed esperienza maturate e proponendo figure incompetenti sulla gestione tecnica e amministrativa del personale a loro affidato.

Siamo certi che  questa concezione porterà inevitabilmente nel tempo alla perdita di esperienza e professionalità che saranno difficilmente recuperabili, e forse è già troppo tardi. Noi vediamo in tutto questo un chiaro indirizzo di svuotamento professionale del lavoro finalizzato a far diventare sempre di piu’ Acea una società ad indirizzo finanziario con inevitabili ricadute sia sulla gestione dei servizi che sul futuro dei dipendenti.  Altra questione essenziale è il WFM, giudicato da tutti, in prima linea dai politici che oggi formano la giunta capitolina, come il nodo da sciogliere per poter ripristinare i servizi alla cittadinanza ad un livello accettabile.

Lo stesso A.D. aveva esordito con “ l’informatica deve essere al servizio dei lavoratori, non viceversa”, per riportare il lavoratore al centro dell’organizzazione, ottenendo in ciò la nostra piena condivisione. A riprova di questo ed in piena coerenza, la nostra organizzazione sindacale ha fatto proprie le istanze avanzate dai lavoratori del Pronto Intervento Elettrico che chiedono una organizzazione specifica per la loro attività, tale da poter lavorare al meglio in un settore così strategico per la sicurezza di impianti e persone.

Forti del supporto datoci dai lavoratori abbiamo avviato una serie di incontri con l’azienda. A seguito della chiusura da parte aziendale decisa a difendere una organizzazione piegata alle esigenze del WFM (il contrario di quanto sostenuto dall’A.D.), la nostra sigla ha aperto una vertenza con l’azienda. 

Per tacere anche al riguardo dell’accordo di II livello, sbandierato dai firmatari come una conquista epocale e per noi contenente condizioni inaccettabili per i lavoratori e con le nostre richieste rimaste inevase.

Ma allora che cosa è cambiato rispetto alla precedente gestione? Sostanzialmente nulla se non la forma. Cioè è stato impostato un modo di relazionarsi più cortese al fine di smussare possibili conflittualità.

A parte piccole aperture e concessioni, l’azienda continua a perseguire una politica di interesse privato a favore delle tasche dell’azionariato e a discapito, sia di un servizio che non è sicuramente migliorato, sia delle condizioni dei lavoratori.  
 
Per la storia che contraddistingue la nostra sigla sindacale siamo determinati a proseguire la  difesa delle tutele dei lavoratori e del ruolo pubblico della nostra azienda in tutti i modi e le sedi deputate.  
 
 
USB ACEA