USB TELECOMINICAZIONI: SÌ ALLO SCIOPERO NO A RENZI

Usb Telecomunicazioni aderisce e sostiene lo sciopero del 21 ottobre per i diritti del lavoro e la manifestazione No Renzi Day indetto per il 22 ottobre 2016.
PER SOSTENERE IL RINNOVO DEL CCNL, scaduto ormai da quasi due anni, per difenderne il valore nazionale di rappresentanza di forza collettiva, per ottenere condizioni di lavoro migliori per tutti (salario, inquadramento, normativa) da ottimizzare ulteriormente nelle contrattazioni aziendali di secondo livello. BASTA con i sindacati complici che utilizzano il rinnovo del contratto solo per compiacere le richieste aziendali e peggiorare le condizioni dei lavoratori.
PER UN NUOVO CONTROLLO PUBBLICO delle Telecomunicazioni, per chiudere definitivamente la disastrosa stagione della privatizzazione, al pari di scuola, sanità, trasporti, edilizia popolare; servono investimenti veri per le nuove tecnologie e piani industriali degni di questo nome per il rilancio del settore finalizzato anche al miglioramento e all’efficienza dei servizi pubblici.
PER LA DIFFUSIONE DELLA BANDA LARGA, anche e soprattutto nelle zone considerate impropriamente “a bassa redditività” per consentire a tutti il diritto universale alla conoscenza come strumento di democrazia.
PER RICONFERMARE E RILANCIARE LE NOSTRE LOTTE NELLE AZIENDE DEL GRUPPO TIM su: pagamento del PdR, EXF, retribuzioni e orari di lavoro, no al controllo a distanza e alla timbratura in postazione dei lavoratori del Caring, cessioni di rami di azienda e internalizzazioni, Job Center.
Lo sciopero del 21 ottobre ha un valore rilevante per il settore dei  Call Center, un settore devastato dalla incapacità rappresentativa dei sindacati confederali e quindi dai continui arretramenti in diritti e reddito. È fondamentale per la crescita una nuova coscienza di lavoratori come motore reale del paese non subalterno alle logiche del profitto.
Per anni i sindacati classici hanno avuto lo sguardo rivolto più verso se stessi che verso chi rappresentavano. Ne sono esempio due grandi aziende come Teleperformance e Almaviva.
Nella prima anni di Cassa Integrazione senza un minimo criterio di rotazione sotto un costante controllo individuale a distanza in violazione dello Statuto dei Lavoratori che solo l’USB ha denunciato all'Ispettorato del Lavoro. Il tutto nel totale disinteresse dei grandi sindacati che per decenni sapevano ma non denunciavano lasciando i lavoratori sotto una costante arma di ricatto.
Nella seconda con la sottoscrizione di un accordo dopo la minaccia di licenziamenti (classico mezzo con cui le aziende mirano alla riduzione del costo del lavoro) la cui bozza fu rigettata al 95% dal referendum tra i lavoratori. Promettendo anni di tranquillità ed invece dopo appena tre mesi l'azienda ha prima preteso il recupero delle ferie maturate in CIGS e poi minacciato il trasferimento di decine di lavoratori dalla sede di Palermo a quella di Rende.
Il rinnovo in corso del Contratto Nazionale delle Telecomunicazioni deve essere un punto di rilancio e non il luogo dove continuare a cedere diritti e a sacrificare i lavoratori sull'altare del profitto.