Crollo nella metro, USB: così crolla la politica delle esternalizzazioni di Atac

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Il crollo della scala mobile alla fermata Repubblica della linea A della metropolitana, martedì sera, potrebbe anche avere avuto il fattore scatenante nel comportamento inappropriato dei tifosi russi, nonostante i vigili del fuoco abbiano già espresso perplessità su questa ipotesi. Saranno le inchieste a stabilirlo, sia quella della magistratura che quella interna di Atac. Di sicuro c’è che quella scala mobile, una volta avvenuto il cedimento, non si è comportata come avrebbe dovuto: non c’è stato il blocco automatico dell’impianto, che dovrebbe scattare in situazioni simili, con la conseguenza che i passeggeri della metro si sono trovati lanciati in discesa a folle velocità.
Oggi siamo qui a rallegrarci per un bilancio che sarebbe potuto essere disastroso, e contemporaneamente a interrogarci sulla manutenzione di Atac, a denunciare per l’ennesima volta una politica dello struzzo che ha effetti devastanti tanto su gomma quanto su rotaia. Effetto della dissennata esternalizzazione, degli appalti, della dispersione di un patrimonio di conoscenze una volta tutto interno all’azienda, che come unico risultato ha fatto lievitare il numero degli incidenti, dei mezzi andati a fuoco, dei blocchi del servizio, dei cedimenti e dei crolli come quello di martedì sera. Acqua al mulino di chi invoca la privatizzazione del trasporto pubblico, come se i privati proprio qui nella Capitale non avessero dato ampia dimostrazione della incapacità di offrire un servizio decente agli utenti e certezze ai lavoratori.
L’Unione Sindacale di Base torna a chiedere con forza la reinternalizzazione dei servizi di manutenzione di Atac e il taglio definitivo con un passato fatto di incapacità gestionale e di malversazioni. Un taglio che anche questa amministrazione comunale ha dimostrato di non voler perseguire, negando al contrario risorse al trasporto pubblico, con le devastanti conseguenze sotto gli occhi di tutti.
La sicurezza degli utenti e dei lavoratori deve essere in cima alla lista delle priorità, cosa che ad Atac evidentemente non piace, arrivando al paradosso di premiare il personale che non segnala i guasti delle vetture. Per questo USB ha scioperato nello scorso luglio, uno sciopero effettuato nelle ore serali per non danneggiare i cittadini. A USB Atac ha saputo rispondere soltanto inanellando una serie di comportamenti antisindacali, con l’arroganza di chi sente di non dover rispondere a nessuno. Né ai lavoratori, né ai cittadini che vorrebbero usufruire di un servizio pubblico degno di essere definito tale.
Anche per questo USB ribadisce l’importanza di sbarrare la strada a chi vorrebbe allargare il perimetro del privato nel trasporto pubblico locale promuovendo un referendum dissennato come quello dell’11 novembre. Atac di tutto ha bisogno tranne che di finire in mano ai soliti privati e per questo ricordiamo l’importanza di votare NO a entrambi i quesiti oggetto della consultazione.

Unione Sindacale di Base TPL Roma